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Attualità | 10 dicembre 2023, 09:41

Educazione affettiva e sessuale nelle scuole, Ilaria Cacciò (ostetrica): “I giovani la chiedono, ne hanno bisogno”

Lo dice uno studio condotto dall’ostetrica albenganese neolaureata, che ha somministrato un questionario nelle scuole del savonese, coinvolgendo 690 tra studenti e studentesse

Educazione affettiva e sessuale nelle scuole, Ilaria Cacciò (ostetrica): “I giovani la chiedono, ne hanno bisogno”

Sono gli studenti stessi, ragazzi e ragazze, che manifestano il bisogno di inserire programmi di educazione affettiva e sessuale nelle scuole e sollecitano argomenti quali consenso, abuso, molestie e aborto, oltre ai più “classici” contraccezione e primo rapporto. E poi, non sanno come affrontare le tematiche della sfera sessuale in casa. Lo dice uno studio che Ilaria Cacciò, albenganese neolaureata in Ostetricia all’Università degli Studi di Genova, ha condotto negli istituti scolastici del savonese, nel 2023.

L’indagine ha coinvolto 690 giovani, tra studenti e studentesse maggiorenni frequentanti la quinta superiore nella provincia di Savona, di cui: 397 di sesso femminile (57%), 282 di sesso maschile (41%) e 11 che hanno preferito non identificarsi in nessun sesso (2%). Gli adolescenti che hanno partecipato allo studio frequentavano, per il 15% un istituto professionale, per il 18% un istituto tecnico e per il 67% un liceo.

È emerso che le conoscenze sono scarse, nonostante pensino il contrario – spiega la dottoressa Cacciò -. E tutti sentono la necessità di inserire un programma di educazione sessuale nelle scuole, convinti che sia compito delle istituzioni garantire questa attività. In Italia però, è prevista nelle autonomie delle scuole, ovvero ogni istituto sceglie di inserire determinati progetti nel corso dell’anno accademico, che possono trattare l’educazione sessuale o altri temi. Quindi non tutti la sviluppano e, nella maggior parte dei casi, chi la inserisce, prevede un solo incontro all’anno e neanche tutti gli anni. È risultato quindi che pochi, nella loro carriera scolastica, hanno fatto educazione sessuale”.

Ho somministrato un questionario nelle scuole del savonese, indagando principalmente su contraccezione, malattie sessualmente trasmissibili e la posizione dei giovani sull’inserimento dell’Educazione sessuale nelle scuole – spiega -. Lo stesso questionario è stato distribuito, con le stesse modalità, anche nelle scuole di Genova. Confrontando i dati, i risultati sono gli stessi. Non solo – prosegue - Il nostro studio ha risultati in accordo con tutta la letteratura di cui disponiamo”.

Lo studio è stato parte integrante della tesi di laurea discussa da Cacciò lo scorso novembre, con cui ha voluto rimarcare la necessità dell’educazione sessuale nelle scuole, ricollegandosi anche ai frequenti casi di cronaca che riguardano violenza e abusi sulle donne e femminicidi, con approfondimenti anche sulle diverse leggi che nel tempo sono state proposte in Italia, ma mai approvate.

Dai risultati dell’indagine è emerso anche un altro fatto grave: la maggior parte delle informazioni sulla sessualità che i giovani hanno arriva da internet e da amici e coetanei, creando così un circolo di informazioni scorrette. “Sono tanti i tabù che riguardano la sessualità e l’affettività, non tutti ne possono parlare liberamente a casa e a scuola non hanno la possibilità di farlo con una figura specializzata – spiega ancora Cacciò -. È l’ostetrica la figura professionale abilitata alla somministrazione dell’educazione sessuale. Nel questionario c’era anche una domanda aperta che chiedeva se i giovani gradivano un progetto di educazione sessuale e quali gli argomenti da trattare. Oltre a contraccezione e primo rapporto sessuale, hanno proposto la modalità per parlarne con i genitori, per vivere la sessualità con meno tabù. Quasi la totalità dei giovani coinvolti nello studio vuole affrontare tematiche importanti come il consenso, l’abuso, la molestia e l’aborto”.

Studiando per la tesi, ho scoperto che molti giovani in passato hanno scritto alle istituzioni competenti per chiedere la realizzazione di un percorso – prosegue l’ostetrica -. Sviluppare un progetto da somministrare nelle scuole contribuirebbe ad aumentare la consapevolezza dei ragazzi, portandoli quindi a compiere scelte più responsabili e scientificamente certe”.

Mentre la cronaca ci dimostra continuamente una fortissima carenza di educazione sessuale e affettiva, a scuola si continuano a trattare poco tematiche in merito. “Mi piacerebbe creare un progetto ad hoc – spiega Cacciò -, mi sono offerta di andare nelle scuole dove ho somministrato il questionario, per discutere i risultati con i giovani. Qualche scuola mi ha già risposto, altre devono ancora replicare. Spero che, visti i terribili fatti di cronaca sempre più frequenti, accettino di inserire nei programmi anche questa attività”.

Sarebbe importante elaborare un progetto territoriale nella provincia di Savona più continuativo di una semplice lezione all’anno. Magari una lezione al mese, a partire dalle elementari e medie con argomentazioni specifiche e tarate sull’età degli alunni. Vedremo se si potrà realizzare qualcosa di interessante”, conclude Ilaria Cacciò.

Comunque, importante rimarcare che in tutti i consultori Asl2 è attivo il Servizio Consultoriale Centro Giovani, normalmente due volte a settimana dalle 14 alle 17. Gratuitamente, ginecologi, ostetriche e psicologi sono a disposizione dei giovani, anche minori che si possono recare in consultorio non accompagnati dai genitori. Qui possono porre domande, farsi prescrivere la pillola contraccettiva e fare visite ginecologiche.

Maria Gramaglia

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