Politica - 07 dicembre 2023, 14:13

Sanità. Liste d'attesa, l'allarme di Cgil Savona: "Dalla Regione solo promesse senza strategie"

Insufficienti, per il sindacato, gli stanziamenti della Finanziaria del Governo: "Entusiasmo del presidente Toti incomprensibile, coi tre miliardi in più promessi non si coprirà nemmeno l’aumento dei costi dell’inflazione"

"Il presidente Toti è l’unico presidente di regione in Italia che non contesta al governo centrale la riduzione dei fondi per la Sanità previsti nella legge di bilancio 2024. Però, dopo 8 anni che amministra la Liguria, in queste settimane si è accorto che esiste un problema grosso come una casa chiamato 'liste d’attesa'. Peccato che in questi anni non abbia ascoltato quanti denunciavano questo dramma".

Lo afferma in una nota la Cgil Savonese che non contesta solamente l'atteggiamento assunto in merito alla finanziaria assunto dal governatore Toti, ma anche il metodo per come sia stata affrontata la situazione finora: "Bastava rispondere alle tante, troppe richieste che il territorio savonese in questi anni ha fatto al presidente sul tema del socio sanitario: dai sindacati ai sindaci, dai Comitati ai Distretti Socio sanitari, invece di slogan, conferenze stampa e mirabolanti inaugurazioni che si sono rivelate - tutte - una presa in giro per lavoratrici, lavoratori e cittadini".

"In Asl 2, prendendo in esame 14 prestazioni dal 2019 al 2023 si assiste ad un aumento percentuale dei tempi di attesa del 92.9% il più alto di tutta la Liguria - aggiungono dal sindacato -. I diversi 'piani' per l'abbattimento delle liste d’attesa messi in campo fino ad oggi dall'amministrazione regionale hanno fatto acqua da tutte le parti e hanno prodotto solo più risorse ai privati senza risolvere la drammatica situazione in cui si trovano migliaia di cittadini, per lo più anziani e con patologie croniche".

"In questi anni - proseguono - l’unico obbiettivo che ha raggiunto questa Amministrazione in tema di sociosanitario è stato quello di mettere in forte fortissima difficoltà lavoratrici e lavoratori del comparto, chiudere o depotenziare servizi e attività fondamentali, su tutte il Punto Nascita del Santa Corona, e non può essere la soluzione di chiudere Savona per riaprire Pietra Ligure come qualche sciagurato e disinformato politico ha sostenuto nelle scorse settimane, i Punti di Primo Intervento di Cairo Montenotte e Albenga e fare nascere come funghi decine di centri medici privati su tutto il territorio provinciale. Questa non può essere la risposta per un territorio come quello savonese".  

E a non convincere il sindacato savonese sono anche i piani annunciati per il futuro: "La Regione Liguria nel suo percorso di promesse mirabolanti, che non accenna a diminuire neppure nel 2024, ha promesso 50 milioni di euro per l’abbattimento delle liste d'attesa senza avere nessun piano regionale e nessuna strategia, riversando malamente tutto nelle singole Asl". 

"Non dimentichiamo che nel corso del 2023 con oltre 35 milioni di euro - proseguono dalla Cgil - le Asl hanno potuto fare poco e niente per quanto riguarda l’abbattimento delle liste d’attesa, visto che ne hanno utilizzati una buona parte per fare dell’altro".

"Dopo 8 anni di amministrazione Toti la Regione non ha ancora capito che la mera acquisizione di prestazioni dai privati non può essere la soluzione per rafforzare il sistema pubblico, e diminuire le liste d’attesa - puntualizzano - Anzi ciò che servirebbe per migliorare la situazione è esattamente il contrario". 

L'attenzione torna quindi alla manovra nazionale: "Coi tre miliardi in più promessi dal Governo sulla sanità non si coprirà nemmeno l’aumento dei costi dovuto all’inflazione - affermano dal sindacato - e c’è poco e nulla sull’aumento delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto; anzi anche il tanto strombazzato anticipo del Ccnl promesso a dicembre verrà rinviato a gennaio del prossimo anno. Con queste premesse, e con le poche risorse che arriveranno dal Governo, è difficile comprendere l’entusiasmo del presidente e soprattutto dove Toti prenderà i soldi per far funzionare la sanità pubblica in Liguria, oppure come farà a recuperare le risorse per la disabilità, visto che il Governo nella legge di Bilancio ha tagliato oltre 350 milioni di euro sul quel fronte".

L'invito è chiaro quindi verso il presidente: "Invece di continuare a raccontare che va tutto bene, dovrebbe essere più presente nella provincia di Savona, non per imporre modelli di sviluppo e progetti che non servono ma per metter a posto ciò che non va bene da troppo tempo".

Redazione