Il tema è caldo: con frequenza pressoché quotidiana le notizie sulla presenza del lupo nel Beigua rimbalzano tra quotidiani e social. "Oggi, dopo oltre un anno di rilevazioni in campo e un’attenta analisi dei dati raccolti, disponiamo di una base dati consolidata, che potrà fornire un importante contributo allo sviluppo di adeguate misure gestionali, che nei contesti urbani appaiono sempre più necessarie", affermano dal Parco.
Grazie al progetto “Conoscenza e comunicazione sulla presenza del lupo (Canis lupus) e sulle misure preventive per la mitigazione del danno alle aziende agricole” sostenuto con fondi del GAL Valli Savonesi sul PSR Liguria 2014-2020, il Parco ha incentrato l’indagine sul territorio dei comuni di Sassello, Urbe, Stella e Piana Crixia e su settori già indagati in precedenza, con maggior sforzo di campionamento ricadenti nelle Aree Protette in gestione all’Ente Parco del Beigua (Parco Naturale, ZSC e ZPS).
Come ormai noto, il lupo è riapparso in Liguria per ricolonizzazione spontanea, risalendo dall’Appennino centro-meridionale in seguito a un’inversione di tendenza dovuta a più fattori, tra i quali la protezione legale assicurata alla specie, i radicali mutamenti dei territori montani soggetti a spopolamento rurale e l’aumento delle specie preda. Storicamente le valli del Beigua sono state le ultime a vedere il ritorno del lupo; i primi indizi risalgono al 1993; ma fino al 2008, nonostante un’assidua frequentazione del territorio, i ritrovamenti di segni di presenza sono stati alquanto occasionali e incostanti nel tempo. L’insediamento di un nucleo stabile nel Parco del Beigua viene confermato solo nel 2009, grazie ai dati raccolti con il progetto regionale “Il lupo in Liguria”.
Tra l’ottobre 2011 ed il gennaio 2013 nel Parco del Beigua è stata condotta una prima campagna di indagini utilizzando prevalentemente la tecnica del trappolaggio fotografico, per raccogliere dati su distribuzione, consistenza della popolazione ed aspetti riproduttivi (Progetto COREM). Tali indagini sono proseguite con un buon sforzo di campionamento sino al dicembre 2013, mentre più variabile è stato l’impegno dedicato negli anni 2014-2021.
Grazie al progetto GAL tra gennaio 2022 e marzo 2023 è stata avviata una nuova campagna di rilevamento che ha interessato 31 siti di fototrappolaggio, con un’accurata distribuzione utile anche al confronto dei dati pregressi: 11 siti sono stati selezionati tra quelli già campionati in maniera continuativa nell’arco dell’anno e/o per più anni consecutivi; 7 apparecchiature sono state posizionate in siti ritenuti di particolare interesse; le restanti 13 apparecchiature sono state distribuite nei comuni partecipanti al Progetto, in maniera circa proporzionale alla loro estensione (Sassello 4 siti, Urbe 3 siti, Stella 3 siti, Piana Crixia 3 siti).
Complessivamente sono state registrate 11.221 giornate di attività corrispondenti a 33.897 file; di questi 10.319 contenevano informazioni relative ad animali riconducibili a 8.517 eventi di cattura indipendenti.
Il 90% dei dati raccolti riguarda i mammiferi: è stata possibile l’identificazione certa di 15 specie, tra le quali le più frequenti sono risultate essere volpe, capriolo, cinghiale, lupo e lepre comune; elevata anche la frequenza rilevata per gatto domestico e cane. Al lupo sono attribuibili 863 eventi video-fotografici (il 7,69% del totale).
Sono state posizionate anche 23 stazioni per il monitoraggio bioacustico mirato principalmente alla documentazione del successo riproduttivo; complessivamente si sono indagate 499 notti raccogliendo 12.789 file audio, in 606 dei quali risultavano riconoscibili versi e/o canti di animali ma non sono state rilevate vocalizzazioni riferibili al lupo.
Oltre ai dati raccolti nelle indagini direttamente connesse al Progetto, sono state acquisite ulteriori informazioni pregresse provenienti dagli archivi della Regione Liguria o raccolte da Il Piviere S.r.l. nel corso delle proprie attività di ricerca. Tutte le informazioni raccolte sono state validate ed integrate nell’archivio informatico dell’Ente Parco, la cui struttura è stata integrata affinché i dati siano totalmente compatibili con quanto indicato in ‘Linee guida e protocolli per il monitoraggio nazionale del lupo in Italia’ (ISPRA - MATTM; Marucco et al. 2020), ed adottato nell’ambito del Progetto LIFE WolfAlps EU.
L’insieme delle informazioni ottenute nel corso del presente studio, unite ai dati inediti relativi agli anni 2014-2021 e alle nuove acquisizioni provenienti dagli archivi della Regione Liguria, portano quindi la base dati disponibile presso l’Ente Parco del Beigua al luglio 2023 a 5.324 osservazioni georeferenziate relative al lupo, delle quali 3.509 direttamente riconducibili al Parco del Beigua ed alle aree protette ad esso connesse, mentre le restanti afferiscono all’area vasta di riferimento ambientale individuata dal Piano Integrato del Parco, al comune di Piana Crixia o a settori a questi prossimali. I dati di lupo derivanti dal trappolaggio video-fotografico sono complessivamente 2.259, dei quali 2.115 eventi afferenti all’Ente Parco del Beigua e 1.995 all’area di studio del presente Progetto.
L’analisi delle segnalazioni di Lupo disponibili per le Aree Protette in gestione all’Ente parco del Beigua (Parco, ZSC e ZPS), confrontando i dati complessivamente raccolti rispettivamente al dicembre 2013 ed al luglio 2023, evidenzia un incremento dell’areale della specie e della densità delle osservazioni.
Se il numero medio di individui contattati per evento di trappolaggio video-fotografico non mostra differenze tra il periodo COREM ed il periodo GAL (pari in entrambi ad 1,6 individui/evento), la frequenza di cattura (eventi/100 giorni di attività) è pari a 4,8 nel primo periodo e 7,9 nel secondo periodo.
Tra il periodo COREM ed il periodo GAL si osservano infatti differenze significative nella frequenza di cattura, sia nei valori calcolati per mese, sia in quelli calcolati per i settori in cui è stata suddivisa l’area di studio. Inoltre, la frequenza di cattura registrata nei due siti costantemente monitorati, indica negli anni 2012-2022 un andamento tendente all’aumento. Considerando invece i singoli siti di trappolaggio video-fotografico si riscontrano differenze talvolta in controtendenza tra loro: l’incremento o la diminuzione della frequentazione di un sito su scala locale può essere conseguente, ad esempio, ad assestamenti dei territori presenti, piuttosto che alla localizzazione dei siti di rendez-vous.
Relativamente al settore di Piana Crixia, tra febbraio 2022 e marzo 2023 si è ottenuta una frequenza di cattura pari a 4,1 eventi / 100 giorni di attività, mentre il numero medio di individui contattati per evento è risultato di 1,3.
Considerando i risultati ottenuti dalle diverse tecniche di monitoraggio, le fonti bibliografiche ed i dati inediti forniti anche da volontari, si è osservato che nelle Aree Protette in gestione all’Ente Parco del Beigua (Parco Naturale, ZSC e ZPS per complessivi 257,90 kmq) il numero di territori occupati dal Lupo è passato da 3 negli anni 2012-2013, a 13-15 al luglio 2023.
In particolare nel settore di Sassello, Urbe e Stella risultano attualmente insediati almeno cinque branchi di Lupo (tre dei quali interesserebbero direttamente l’area Parco ricadente nel settore, cui se ne aggiungono altri 2-3 presenti in altri settori dell’area protetta, portando così a 5-6 il numero di territori complessivamente individuati per il Parco del Beigua), mentre il settore di Piana Crixia viene frequentato da almeno un branco.
Considerando i valori massimi riscontrati nei diversi settori nel periodo di minima frequenza di cattura (giugno-luglio) e nell’intero ciclo annuale, si ottiene una stima di 23-59 individui contattati mediante trappolaggio video-fotografico nel settore di Sassello, Urbe e Stella; mentre nel settore di Piana Crixia sono stati contattati da 1 a 4 individui (nell’interpretazione di tali valori va tenuto conto che, oltre agli individui insediati stabilmente, si possono aggiungere anche soggetti giovani, in dispersione o appartenenti a branchi prossimali).
A causa del differente sforzo di campionamento nelle differenti aree, i dati attualmente disponibili non permettono invece di effettuare una stima complessiva del numero di individui presenti nell’intero territorio delle Aree Protette in gestione all’Ente Parco del Beigua (Parco Naturale, ZSC e ZPS).
La situazione osservata nell’area di studio risulta in linea con l’andamento delle popolazioni di lupo evidenziato a livello nazionale e di arco alpino.
Diversi aspetti dell’eco-etologia del lupo, che solo 10 anni fa erano ritenuti quasi ‘certezze’, oggi si sono modificati, grazie all’elevata adattabilità della specie nei confronti delle nuove situazioni ambientali.
Varie evidenze, anche esterne all’area di studio, indicherebbero l’insediamento in territori adiacenti di nuclei con stretti rapporti di parentela, i quali comporterebbero una minore conflittualità, una parziale sovrapposizione dei territori e l’eventuale scambio di individui tra branchi (anche temporaneo). In attesa di conferme adeguatamente referenziate, di ciò va tenuto conto nell’interpretazione dei risultati, in particolare riguardo alla distinzione dei singoli branchi e alle eventuali stime delle popolazioni presenti.
L’aumento della popolazione di Lupo ha ovviamente portato ad un incremento delle interazioni con l’uomo: agli sporadici contatti nel corso di attività agro-silvo-pastorali, venatorie o escursionistiche, si sono aggiunti quelli con la popolazione residente (sia con ripetute osservazioni dirette, sia con la predazione di animali domestici d’affezione).
Se i sistemi di prevenzione atti ad evitare o ridurre i danni nei confronti delle attività zootecniche oggi rappresentano una soluzione efficace per minimizzare i conflitti, diventa urgente e necessario individuare azioni idonee a mantenere (o, in alcuni casi, ripristinare) la diffidenza del Lupo nei confronti dell’uomo e, contemporaneamente, disincentivare la frequentazione delle aree maggiormente antropizzate e lo svilupparsi di comportamenti confidenti. Obiettivi questi alla base anche del recente progetto LIFE WILD WOLF (https://ieaitaly.org/life-wild-wolf-it/) che si prefigge di scoraggiare la presenza del lupo nelle aree abitate, gestendo adeguatamente situazioni potenzialmente critiche che si presentano nei paesaggi europei dominati dall’uomo.
Citando la proposta di ‘Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia’ del Ministero dell’Ambiente (marzo 2019), “La gestione del lupo richiede una scala ed una continuità di interventi che è difficile ottenere nel quadro della frammentazione amministrativa sub-nazionale italiana. Le norme nazionali demandano all’applicazione regionale in materia di conservazione e gestione. Le Regioni hanno gli strumenti per intervenire con efficacia, ma la loro azione dovrebbe esercitarsi in forma coordinata all’interno di un sistema efficace di distribuzione di competenze e responsabilità”. Sarà quindi possibile a livello locale attuare determinate azioni gestionali, ma esse non potranno però prescindere da un’adeguata pianificazione sovraordinata.
Proprio sui temi della gestione del conflitto, dei comportamenti e delle azioni di dissuasione sono incentrati i prodotti divulgativi del progetto, che saranno pubblicati nelle prossime settimane.