Attualità - 30 novembre 2023, 16:14

Savona, pini marittimi in corso Tardy e Benech da abbattere. Parodi: "Quando avremo le risorse li sostituiremo con gli aceri"

Nel 2018 l'amministrazione Caprioglio aveva tagliato 58 pini pericolanti nel tratto verso via Stalingrado, con protesta e sollevamento popolare. Restano quelli del tratto verso il centro

I pini marittimi di corso Tardy e Benech tornano al centro dell'attenzione dopo la richiesta, da parte dei consiglieri della Lega Maurizio Scramuzza e Andrea Frigerio, sui provvedimenti che l giunta prenderà per mettere in sicurezza la via, cosa che comporterà l'abbattimento dei pini marittimi pericolanti e la sostituzione con gli aceri già piantati nella prima parte del viale.

"Durante la precedente amministrazione avevamo tagliato e sostituito i pini con nuove essenze, dando un nuovo volto alla via. Nel secondo tratto di corso Tardy e Benech – dice Scaramuzza - i pini rimasti, non eliminati per via del cambio di amministrazione comunale, stanno creando preoccupanti danni al manto stradale e ai marciapiedi. Per le radici che emergono dal terreno non sono solo un pericolo per i cittadini, e una persona cadendo a causa delle radici si è rotta una spalla, ma sono anche una barriera architettonica per il transito di carrozzine e passeggini".

L'operazione di abbattimento dei pini marittimi di corso Tardy e Benech era costata numerose critiche alla precedente amministrazione. Il taglio era stato deciso dopo le prove di trazione che avevano condannato i 58 pini della parte tra via Stalingrado e l'incrocio con via Giusti.

Restano quelli sui due terzi rimanenti nel tratto di corso Tardy e Benech, dall'incrocio con via Giusti verso il centro. “Il problema è all'attenzione dell'amministrazione – risponde l'assessore ai Lavori Pubblici Lionello Parodi - e c'è l'intenzione quando avremo le risorse di procedere all'intervento dell'ultimo tratto. Non è nel piano opere pubbliche di quest'anno, ma una variazione si può fare in corso d'anno avendo risorse necessarie che però che non sono poche".

"Nel 2018 erano stati spesi 291 mila euro - conclude Parodi - e il primo tratto è più breve, circa un terzo del corso. La cifra che ci vorrebbe per la parte restante è almeno il doppio. Le cose da fare sono tante e lo teniamo bene presente. Sicuramente metteremo aceri che sono alberi di seconda grandezza e non di prima grandezza come pini e platani”.