"Non è vero che la gente non crede più nella politica. Ci spera ancora, nonostante tutto. Giovedì sera ero ad Altare. C'era questo appuntamento nella sala del cinema. E io prima di entrare me ne sono rimasto per un po' fuori a mangiare la pizza in macchina e a guardare: c'era buio, un freddo che entrava nelle ossa, per la strada erano rimaste accese soltanto le insegne del bar e del cinema. Ma quando sono entrato mi sono trovato la sala gremita. Saranno state più di cento persone, anche in piedi. Erano venute per ascoltare Rita Scotti, una giovane e combattiva consigliera comunale che aveva organizzato la serata, e forse anche me".
Si apre con queste parole il pensiero che il consigliere regionale di minoranza Ferruccio Sansa ha affidato al suo profilo Facebook dopo l'incontro pubblico di giovedì scorso ad Altare sul tema delle aree ex Savam.
"Osservando tutti quei volti ho visto una cosa: la fiducia - ha aggiunto Sansa - Stringendo le mani ho provato gratitudine. Un grande senso di responsabilità, anche. In ogni volto vedevo bisogno di non sentirsi soli. Speranza, nonostante tutto, che ci ricordasse di questo paese di duemila anime arrampicato in Val Bormida. Desiderio di cambiare le cose, di impegnarsi. 'Grazie di essere venuto', mi sono sentito dire. Ma era vero il contrario, ero io che dovevo ringraziare. Cosa è successo ad Altare? C'è questa enorme vetreria che era il simbolo e il cuore del paese che dagli anni Novanta è chiusa. Un edificio storico molto bello, per il quale sono stati annunciati progetti di recupero mirabolanti: alberghi, case e via dicendo. Ma dopo trent'anni è ancora lì. Peggio, sta cadendo a pezzi, è pericolante. E adesso sta strozzando il paese, lo sta uccidendo. Andate ad Altare per rendervene conto: il rischio di crolli ha portato alla chiusura delle strade, a diviso Altare in due. Una situazione insostenibile: da una parte c'è la farmacia e dall'altra le ambulanze. Da una parte i carabinieri, dall'altra centinaia di abitanti che non possono essere raggiunti. I negozi e i bar stanno di qua e la gente di là. Gli autobus sono costretti a giri impossibili, chi va a scuola e al lavoro perde ore. Transenne dividono i bambini che vivono da una parte dagli amici che stanno dall'altra. Gli anziani non sanno come fare per comprare la spesa".
"È un groviglio apparentemente inestricabile - ha evidenziato l'esponente di opposizione in Consiglio regionale - i progetti sfumano, l'edificio della fabbrica vincolato non può essere abbattuto, ma non ci sono nemmeno le risorse e i progetti per recuperarlo, la società proprietaria degli edifici ha portato i libri in tribunale. Ogni soggetto ha un frammento della situazione in mano - la proprietà, la Sovrintendenza, il Comune, la Regione - ma non si riescono a mettere insieme i pezzi. Va avanti così da anni, eppure sembra che la Liguria si sia dimenticata di Altare. Della sua gente. Duemila persone, mica una. E io ero lì sul palco e mi rendevo conto del rischio di distribuire soltanto tante belle parole e poi di tornarmene a casa senza in fondo aver cambiato nulla. È difficile a volte il compito di un politico: bisogna dire la verità, senza fare promesse a vanvera, ma senza rinunciare a cambiare le cose. Sì, bisogna immaginare che quella fabbrica - la porzione che si può salvare - possa accogliere una scuola del vetro che è l'eccellenza di Altare (un tesoro con quasi mille anni di storia), magari richiamando industrie green per cui oggi sono disponibili tanti finanziamenti anche europei. Poi pensare alla destinazione pubblica di alcuni locali, magari per ambulatori. E infine spazi abitativi, un albergo".
"L'essenziale sarebbe coinvolgere anche i comuni vicini (in sala era presente Rodolfo Mirri, sindaco di Carcare), perché questa fabbrica può diventare una risorsa per tutta la valle - ha sottolineato ancora il consigliere regionale - Sogni? No, se si prendono impegni concreti, immediati. Così Rita Scotti ha lanciato la proposta di un ricorso alle autorità competenti che hanno il dovere di intervenire per mettere in sicurezza gli edifici pericolanti. Che non possono tirarsi indietro ognuna invocando la competenza dell'altra in un eterno rimpallo. Se lo pagheranno loro, gli abitanti.
Intanto sarebbe essenziale che gli amministratori preparassero dei progetti che fossero già pronti nel momento in cui saranno presentati bandi di finanziamento. Certo, non è facile, visto che i piccoli comuni non hanno personale, né mezzi.
E io? Ecco il punto. Ho promesso che nei prossimi giorni chiederò alla III Commissione (attività produttive) della Regione di organizzare un'audizione sulla situazione di Altare. Sarebbe importante mettere intorno a un tavolo il Sindaco Roberto Briano, il neo assessore Regionale Alessio Piana , poi la proprietà, la Sovrintendenza e magari l'università e l'Unione Industriale".
"Ne parlerò con i consiglieri regionali di tutti i partiti: Roberto Arboscello del Pd, poi Stefano Mai della Lega e Alessandro Bozzano (Cambiamo). Deve essere un impegno di tutti. Non ha senso piantare sempre bandiere. Adesso sono qui e ripenso all'altra sera. Alla folla davanti a me nell'aula del cinema. Rivedo le facce di chi sentivo mi sosteneva, ma anche la signora in terza fila che aveva un'espressione scettica. L'uomo con la giacca scura che muoveva le mani sul bracciolo della poltrona come a dire che ne aveva già sentite tante di parole e di promesse. Devo essere grato a tutti, mi hanno ricordato il senso del mio lavoro. Tutti venendo all'appuntamento hanno dimostrato che la gente crede ancora nella politica. Ma i politici credono ancora in se stessi? Pensano ancora di poter cambiare le cose?" ha concluso infine Sansa.