Il Presidio organizzato dal Fronte Comune Ligure lo scorso 21 novembre, in occasione dell'approvazione del Piano sociosanitario, ha visto una numerosa partecipazione di associazioni, comitati, organizzazioni politiche, Cgile SPI Genovese e regionale. Presenti anche delegazioni di cittadini in rappresentanza dei territori delle province.
"Non ci illudevamo certo che il presidio potesse modificare le scelte della maggioranza, ma volevamo esprimere la nostra contrarietà ad un Piano elaborato senza interlocuzione con le diverse componenti sociali, senza presupposti informativi ed epidemiologici che possano indirizzare interventi e azioni", spiegano da Fronte Comune.
"Un Piano per nulla 'socio-salutario, che non risolve i problemi della sanità pubblica, che non risponde ai bisogni di prevenzione e di salute dei cittadini, che non pianifica né definisce soluzioni alla drammatica carenza di personale sanitario, che continua a drenare fondi pubblici a favore del privato e costringe a rinunciare alle cure chi non ha la possibilità di pagare".
"In Consiglio regionale quella che avrebbe dovuto essere una discussione sul merito del Piano si è immediatamente trasformata in queste ore (24 sconfortanti ore di seduta) in una prova di forza tra maggioranza e opposizione, conclusasi ovviamente con la votazione di un documento 'chiuso', tra l’altro nella serata di ieri la maggioranza ha presentato un maxi emendamento che sostanzialmente sostituiva il precedente documento, quindi un nuovo Piano di cui ovviamente non si conoscono ancora i contenuti (anche se presumibilmente in gran parte analoghi a quelli del precedente documento)".
"Da qualche ora è stato pertanto approvato un Piano sociosanitario uscito dagli uffici all’ultimo minuto, presumibilmente soggetto a ricorsi legali/giudiziari e del quale occorrerà comunque prendere visione prima di esprimere un’ulteriore valutazione. Par di capire che ancora una volta le dinamiche istituzionali non sono state in grado di rispondere coerentemente e concretamente ai bisogni di salute dei cittadini e a quelle richieste e proposte che erano state portate in più di un centinaio di audizioni (pur attivate tardivamente e “a piano redatto”)".
"Di fronte a scelte che non danno prospettive concrete di (almeno) attenuazione del tracollo della sanità, continueremo a mobilitarci ed a promuovere informazione e partecipazione nelle collettività, a favore della sanità pubblica universale e gratuita a livello regionale e nazionale e contro un progetto di Autonomia Differenziata letale per il Servizio Sanitario Nazionale, che lederà i diritti e produrrà insopportabili diseguaglianze", prosegue Fronte Comune.
"Il merito della pianificazione regionale a nostro parere (e nonostante il documento votato in queste ore) è del tutto aperto, pertanto lanciamo un appello a tutti i soggetti disponibili, a partire ovviamente dagli aderenti al Fronte, per riflettere insieme su 'cosa' effettivamente dovrebbe e potrebbe essere definito per arginare la drammatica deriva della nostra sanità e sulla possibilità di mettere in atto iniziative e proposte utili a tal fine".
"La preoccupante situazione locale trova ulteriori cupe e desolanti conferme a livello nazionale, con la Legge Finanziaria attualmente in discussione che non stanzia le risorse necessarie a garantire prevenzione, salute, ambiente, sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, uguaglianza sociale. La difesa del Servizio Sanitario Nazionale non può restare circoscritta al solo ambito regionale, ma deve necessariamente prevedere una mobilitazione nazionale che elimini lacci e lacciuoli di normative penalizzanti e individui le risorse strutturali per ridisegnare un Servizio Sanitario universale e gratuito efficace ed efficiente".
"Per questo motivo sosteniamo le motivazioni dello sciopero proclamato da Cgil e Uil per il 24 novembre, così come abbiamo sostenuto quello del 17 e parteciperemo al corteo", concludono da Fronte Comune.