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Attualità | 20 novembre 2023, 12:00

Femminicidio di Giulia Cecchettin, l’appello della sindaca di Testico: “Facciamo tutti qualcosa!”

“Educhiamo, rieduchiamo alla gestione delle frustrazioni, al rispetto della vita, alla tutela della libertà e autoaffermazione identitaria delle donne e di chiunque, senza se e senza ma”

Femminicidio di Giulia Cecchettin, l’appello della sindaca di Testico: “Facciamo tutti qualcosa!”

Foto di Silvio Fasano

La morte di Giulia Cecchettin, l’ennesimo caso di femminicidio in Italia, dove solo nel 2023 si contano 105 donne uccise per mano di un violento, ha scosso il Paese e l’opinione pubblica.

Particolare e profonda la sensibilità dimostra dalla sindaca di Testico Lucia Moscato che ha preso carta e penna per dare voce a un sincero appello: “Facciamo tutti qualcosa, per Giulia e per tutte le donne vittime di violenza”.

Uomini che non sanno cosa sia l’amore – prosegue Moscato -, uomini che non combattono per restare umani. Uomini incapaci di affrontare le frustrazioni, la paura, la solitudine. Uomini insensibili alla vita, al dolore e ai bisogni dei bambini e figli tutti che perdono la mamma. Uomini accecati dal rancore, uomini ossessionati dalla volontà e capacità della ‘ex’ di riprendere o proseguire il cammino in altro modo, senza la persona con cui avevano percorso un tratto di strada breve o lungo che fosse: sì, perché chiunque ha il diritto di cambiare idea e strada durante la propria vita, a maggior ragione se quel tratto di strada è un inferno”.

Uomini che non sanno chiedere aiuto quando sono in difficoltà e cattivi pensieri li assillano – continua -. Uomini che sanno fingere e ingannare tutti, anche le persone più care che li conoscono bene”.

Uomini … tutti voi che provate orrore, sdegno, dolore per queste derive mortali, fate qualcosa! Facciamo tutti qualcosa! – l’appello della sindaca di Testico -. Educhiamo, rieduchiamo alla gestione delle frustrazioni, al rispetto della vita, alla tutela della libertà e autoaffermazione identitaria delle donne e di chiunque, senza se e senza ma”.

In calce, l’appello è suggellato così: “Il sindaco, anzi, La sindaca. Per la prima volta uso la parola al femminile. Prima ritenevo non facesse differenza e che l’importante fosse riferirsi alla ‘funzione o ruolo’, con il dovuto rispetto quando ci si rivolgeva a me – spiega Moscato -. Da oggi conterà di più che c’è una persona con caratteristiche, modi di pensare e modi di agire suoi propri e specifici”.

Non mi schermerò più dietro un termine al maschile, come se non ci fosse differenza. La differenza c’è – puntualizza -, sono donna: penso, agisco e amministro da donna, la donna che sono diventata. Non sono migliore o peggiore, sono io, Lucia: una sindaca e non un sindaco donna. Per tutte le donne vittime di violenza”, conclude l’emozionante scritto della sindaca Lucia Moscato.

Maria Gramaglia

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