La morte di Giulia Cecchettin, l’ennesimo caso di femminicidio in Italia, dove solo nel 2023 si contano 105 donne uccise per mano di un violento, ha scosso il Paese e l’opinione pubblica.
Particolare e profonda la sensibilità dimostra dalla sindaca di Testico Lucia Moscato che ha preso carta e penna per dare voce a un sincero appello: “Facciamo tutti qualcosa, per Giulia e per tutte le donne vittime di violenza”.
“Uomini che non sanno cosa sia l’amore – prosegue Moscato -, uomini che non combattono per restare umani. Uomini incapaci di affrontare le frustrazioni, la paura, la solitudine. Uomini insensibili alla vita, al dolore e ai bisogni dei bambini e figli tutti che perdono la mamma. Uomini accecati dal rancore, uomini ossessionati dalla volontà e capacità della ‘ex’ di riprendere o proseguire il cammino in altro modo, senza la persona con cui avevano percorso un tratto di strada breve o lungo che fosse: sì, perché chiunque ha il diritto di cambiare idea e strada durante la propria vita, a maggior ragione se quel tratto di strada è un inferno”.
“Uomini che non sanno chiedere aiuto quando sono in difficoltà e cattivi pensieri li assillano – continua -. Uomini che sanno fingere e ingannare tutti, anche le persone più care che li conoscono bene”.
“Uomini … tutti voi che provate orrore, sdegno, dolore per queste derive mortali, fate qualcosa! Facciamo tutti qualcosa! – l’appello della sindaca di Testico -. Educhiamo, rieduchiamo alla gestione delle frustrazioni, al rispetto della vita, alla tutela della libertà e autoaffermazione identitaria delle donne e di chiunque, senza se e senza ma”.
In calce, l’appello è suggellato così: “Il sindaco, anzi, La sindaca. Per la prima volta uso la parola al femminile. Prima ritenevo non facesse differenza e che l’importante fosse riferirsi alla ‘funzione o ruolo’, con il dovuto rispetto quando ci si rivolgeva a me – spiega Moscato -. Da oggi conterà di più che c’è una persona con caratteristiche, modi di pensare e modi di agire suoi propri e specifici”.
“Non mi schermerò più dietro un termine al maschile, come se non ci fosse differenza. La differenza c’è – puntualizza -, sono donna: penso, agisco e amministro da donna, la donna che sono diventata. Non sono migliore o peggiore, sono io, Lucia: una sindaca e non un sindaco donna. Per tutte le donne vittime di violenza”, conclude l’emozionante scritto della sindaca Lucia Moscato.