"Adesso basta! Venerdì 17 novembre otto di sciopero. A Savona manifestazione provinciale con corteo e presidio dei lavoratori. Concentramento e partenza alle ore 10 di fronte al palazzo della provincia in via Sormano a Savona". Ad affermarlo sono Andrea Pasa (Cgil Savona) e Sheeba Servetto (Uil Savona).
La serrata è stata proclamata per chiedere un aumento dei salari, nonché per estendere i diritti e contrastare una legge di bilancio "che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratori e pensionati e non offre un futuro ai giovani".
"Non c’è alcuna risposta all'emergenza salariale: hanno annunciato '100 euro in più nelle buste paga', ma si limitano a confermare quelle in essere, già falcidiate – in media del 17% – da un’inflazione da profitti e speculazione. Hanno detto di 'rilanciare la contrattazione collettiva', ma non stanziano le risorse necessarie a rinnovare i contratti del pubblico impiego e a sostenere e detassare i rinnovi nei settori privati", attaccano i sindacati.
"Hanno dichiarato di voler incrementare la spesa sanitaria, ma continuano a indebolire il servizio sanitario nazionale spingendo cittadini e personale verso la sanità privata. Tagliano le risorse alla scuola pubblica, alle politiche sociali (casa, affitti, bollette, povertà), alla disabilità e non mettono nulla per la non autosufficienza e sul trasporto pubblico locale".
"Avevano promesso di 'cancellare la legge Fornero' e invece la confermano e la peggiorano: restringendo le già limitate misure di flessibilità in uscita (Quota 103, Opzione donna, Ape sociale), tagliando i futuri assegni dei pubblici e la rivalutazione delle pensioni in essere. Di fatto hanno stabilito, dal 2024, le uscite per tutti con i 67 anni di vecchiaia, i 42 anni e 10 mesi di anticipata (uno in meno per le lavoratrici) e i 71 anni per giovani e donne nel sistema contributivo. Non fanno nulla per il lavoro stabile e di qualità. Non intervengono contro la precarietà, anzi, reintroducono i voucher e liberalizzano il lavoro a termine", proseguono Pasa e Servetto.
"Nessun investimento concreto per migliorare la vita e il lavoro delle donne: solo propaganda patriarcale e regressiva. Portano avanti una riforma fiscale che – a parità di reddito – tassa di più i salari e le pensioni dei profitti, delle rendite finanziarie e immobiliari, del lavoro autonomo benestante, dei grandi patrimoni e dei redditi alti e altissimi. Non tassano gli extraprofitti e incentivano un’evasione fiscale che, ogni anno, sottrae 100 miliardi di euro alle politiche sociali e di sviluppo del paese".
"Non investono in salute e sicurezza, nonostante la strage che si consuma ogni giorno nei luoghi di lavoro. Non ci sono politiche industriali e di investimento in grado di creare lavoro buono e ben retribuito soprattutto per i giovani. Bisogna dare risposte ai lavoratori coinvolti nelle tante crisi aziendali aperte a cui il governo non dà soluzioni. Non governano la transizione ambientale, digitale ed energetica. Continuano con gli incentivi a pioggia alle imprese e rilanciano le privatizzazioni. Chiediamo un'altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile, ma necessaria e urgente".
"Bisogna aumentare stipendi e pensioni, rinnovare i contratti nazionali, rafforzando il potere d’acquisto, detassando gli aumenti e abbattendo i divari che colpiscono le donne. E' necessario combattere l'evasione fiscale: stop a sanatorie e condoni. Basta col premiare i settori economici che presentano una propensione all'evasione fino al 70%".
I sindacati chiedono un'indicizzazione automatica all’inflazione delle detrazioni da lavoro e pensione: "Serve promuovere un fisco progressivo. No alla Flat tax, bisogna riportare all’interno della base imponibile Irpef tutti i redditi oggi esclusi e tassati separatamente con aliquote più basse".
"Per i giovani bisogna favorire il lavoro stabile a tempo indeterminato, cancellando la precarietà. Serve introdurre una pensione contributiva di garanzia, garantendo anche il diritto allo studio attraverso investimenti per servizi, alloggi e borse di studio".
Sul tema pensioni, Cgil e Uil chiedono di approvare "una vera riforma, che superi la legge Monti-Fornero. Bisogna garantire la piena tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere".
"Serve difendere e rilanciare il servizio sanitario nazionale, anche aumentando i livelli salariali. Bisogna approvare un piano straordinario di assunzioni nella sanità e in tutti i settori pubblici e della conoscenza. E' necessario finanziare le leggi sulla non autosufficienza e la disabilità, aumentare le risorse per il trasporto pubblico locale e rifinanziare il fondo sostegno agli affitti".
"Bisogna investire su salute e sicurezza: basta morti sul lavoro. Serve abbandonare la politica securitaria, a partire dalla cancellazione della legge Bossi-Fini, e di tutti i recenti provvedimenti in materia di immigrazione, definendo nuove politiche di accoglienza e integrazione dei cittadini migranti".
"Serve una nuova strategia e un intervento pubblico per affrontare le crisi vecchie e nuove, puntare sulla transizione ambientale ed energetica, riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo, governando i processi di digitalizzazione, difendere e incrementare la qualità e la quantità dell’occupazione a partire dal Mezzogiorno", concludono Pasa e Servetto.