“Educhiamoci al concetto di parità di genere: ragazzi e ragazze, uomini e donne, seppur con le nostre differenze, siamo uguali. I femminicidi sono una conferma del fatto che la parità di genere non è ancora stata conquistata. Noi vi stiamo consegnando una società dove c’è il problema della violenza domestica, però ci va riconosciuto almeno il merito di aver fatto emergere un fenomeno sommerso. Anche prima c’erano le botte, ma non se ne accorgeva nessuno perché tutto si consumava tra le mura domestiche. Noi abbiamo fatto emergere questo fenomeno, voi eliminatelo. È un progetto che voi dovete completare, anche se so che è una responsabilità grande”.
Lo ha affermato il Questore di Savona, dottoressa Alessandra Simone, ai tanti giovani presenti questa mattina, 10 novembre, nel corso di un incontro che si è svolto all’Auditorium San Carlo di Albenga incentrato su Protocollo EVA e Protocollo ZEUS, a cui hanno partecipato anche il dottor Paolo Giulini, criminologo clinico e presidente del C.I.P.M. , l’avvocato Veronica Caprino, direttrice Centro Antiviolenza Artemisia Gentileschi Albenga, e la dottoressa Graziella Cavanna, responsabile C.I.P.M. Liguria Ponente.
L’appello che il Questore Simone ha lanciato ai giovani è stato quello rivolto al domani. “La vera protagonista è la rete, un concetto che non deve mai abbandonarci, il motore di tutte le idee che possono avere e il Comune di Albenga e la Compagnia dei Carabinieri di Albenga ne sono parte, insieme alle associazioni e, non meno importanti, i giovani. Si deve partire da voi per avere ‘Un altro domani’ (titolo del docufilm sul tema), un domani senza violenze domestiche e dove vi sia parità di genere”.
L’incontro, organizzato dal C.I.P.M. Liguria, che si occupa di autori di violenza, in collaborazione con il Comune di Albenga, ha avuto come scopo quello di informare in particolare i giovani e rafforzare la rete territoriale del Ponente Ligure impegnata negli interventi contro la violenza.
“Questa iniziativa rappresenta un’occasione di sensibilizzazione e approfondimento sul tema della violenza di genere per studenti, insegnanti e operatori, un’opportunità per professionisti appartenenti ad ambiti diversi di mettere in comunicazione il proprio know-how in un’ottica di collaborazione e di maggiore consapevolezza dei ruoli e delle risorse a disposizione della rete – ha affermato la dottoressa Cavanna -. Ha inoltre l’aspettativa di introdurre nuove modalità di approccio comunicativo rispetto alla tematica della violenza spesso a rischio di semplificazione e di una visione stereotipata”.
Durante l’incontro, il Questore di Savona Simone ha spiegato il funzionamento del protocollo EVA, rivolto alle vittime di violenza, e il Protocollo ZEUS, volto al recupero del soggetto maltrattante, operativo in 70 città italiane, commentando poi anche alcuni dati significativi.
La violenza domestica è la prima causa di morte e invalidità per le donne: più del cancro, degli incidenti stradali e degli omicidi riconducibili alla criminalità organizzata, A Savona nel 2021 si è registrato 1 caso di violenza domestica, contro i 32 del 2022, 10 i casi stalking contro i 25 del 2022. Le persone indirizzate al CPIM sono state 54 nel 2022 (nel 2021 non era ancora operativo). Di questi, solo 4 sono recidivi, poco più del 7% , contro il 12,16 % di Milano. I dati dimostrano quindi che i protocolli stanno funzionando, in particolare il Protocollo Zeus per i soggetti maltrattanti che vengono indirizzati verso percorsi facoltativi con il CPIM per il loro recupero, che sta registrando un alto numero di adesioni.
Importante il messaggio che si è voluto trasmettere ai molti giovani presenti: la violenza domestica è “affare di tutti”. Non dobbiamo girarci dall’altra parte e dobbiamo segnalare situazioni problematiche di cui siamo a conoscenza. Talvolta le vittime non hanno il coraggio di chiedere aiuto, ma non dobbiamo voltarci dall’altra parte, non dobbiamo lasciarle sole, altrimenti saremmo anche noi responsabili di non aver evitato, magari, conseguenze tragiche come un femminicidio. Si è passati poi a parlare del Protocollo ZEUS, che mira ad intervenire sugli uomini violenti sia attraverso un ammonimento del Questore, ma anche proponendo percorsi rieducativi volti a recuperare il soggetto maltrattante.
La violenza domestica è spesso sommersa. Il lavoro che si sta portando avanti mira a far emergere il problema per poterlo intercettare, risolvere e, ove possibile, prevenire. Nelle mani dei giovani un domani senza violenza domestica, “Un altro domani”. Migliore sicuramente.