La riforma della sanità territoriale, prevista dal decreto ministeriale 77 del 2022 e finanziata con il Pnrr, prevede la realizzazione di un sistema sanitario basato sull'integrazione ospedale-territorio, su una riorganizzazione dell'assistenza primaria territoriale e di quella ospedaliera per prendersi cura dei 272.481 assistibili previsti tra casa di comunità (sei), ospedale di comunità e le tre Cot, centrali operative territoriali.
Un ospedale di Comunità è già attivo al San Giuseppe di Cairo, destinato alle «cure intermedie», per pazienti che hanno bisogno di ricovero breve e che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica. Sono poi previste sei case di comunità, strutture sanitarie territoriali, dove il cittadino può trovare tutti i servizi sanitari di base.
Le centrali operative, invece avranno invece funzione di coordinamento della presa in carico della persona e di raccordo tra servizi e professionisti. Il tutto dovrà essere attivato per il 2026 e per farlo serviranno altri 168 infermieri rispetto a quelli già presenti in Asl: 151 per le case di comunità (che dovranno avere il master per esercitare in queste strutture), 8 per gli ospedali di comunità e 9 per le centrali operative.
A questi si aggiungerebbero i 200 infermieri che secondo i sindacati servirebbero in più rispetto agli attuali impiegati tra ospedali, case di riposo e strutture (con il concorso aperto dovrebbero arrivare nella nostra Asl 240).
"Abbiamo deliberato il nostro modello organizzativo partendo dal Pnrr e dal decreto ministeriale 77 del 2022 - spiega il Direttore socio sanitario Asl2 Monica Cirone - immaginando come sarebbero stato i nuovi servizi. Nel documento si affronta il del modello organizzativo, nel quale si è studiato come saranno le case di comunità, l'ospedale di comunità e i Cot. Abbiamo inoltre fatto un calcolo di quanti infermieri servirebbero, esclusi i nostri, in base al decreto".
"Il tutto con l'orizzonte temporale del 2026 - prosegue Cirone -. Per il personale infermieristico c'è un concorso aperto e i numeri ci sono, anche se immaginiamo che sarà più difficile avere infermieri di comunità, una figura professionale che deve avere il master".