Consentire ai sindaci di pulire i fiumi liguri in modo più agevole rispetto a ciò che avviene attualmente e senza alcun esborso, attraverso la formula della compensazione, ovvero assegnando questi interventi a ditte da remunerare con le risorse naturali che risiedono all’interno dell’alveo. È questa la proposta di legge regionale a cui da due anni sta lavorando il capogruppo della Lega in Regione Liguria Stefano Mai, che ci ha spiegato nel dettaglio in cosa consiste e perché è importante che venga approvata.
“Abbiamo la necessità di pulire i fiumi in Liguria dagli alberi che vi sono nati all’interno, dai milioni di tonnellate di ghiaia e di sabbia che sono nell’alveo e che costringono il corso d’acqua, ogni volta che cresce, a erodere gli argini, che comporta quindi l’esborso di milioni di euro, come per esempio è successo a Bastia d’Albenga per rifare 200 metri di argine – spiega Mai -. Io ho elaborato questa legge due anni fa ed ora è al vaglio delle commissioni consiliari competenti. Abbiamo già fatto delle audizioni e sto operando delle modifiche secondo le osservazioni avanzate da WWF e altre associazioni ambientaliste, che in parte condivido”.
“Oggi i sindaci possono far pulire i fiumi – prosegue -, ma è molto complesso a causa dell’eccessiva burocrazia. Inoltre, i Comuni, specie quelli piccoli, spesso non hanno né struttura tecnica né le risorse. Anche lo Stato non le avrà mai a disposizione sufficienti risorse per pulire, e velocemente, tutti i nostri fiumi, perché si tratta di un lavoro immane e molto oneroso”.
La legge proposta dal consigliere Mai prevede che, attraverso la formula della compensazione, le ditte individuate con procedure di trasparenza pubblica possano rimuovere il materiale, ripristinare gli argini, fare interventi di messa in sicurezza ed essere pagati con il materiale rimosso dall’alveo.
“Questo garantirebbe sicurezza alle nostre città e alle nostre aziende e allo stesso tempo farebbe lavorare le imprese, evitando allo Stato di spendere milioni di euro – spiega il consigliere regionale -. Ora invece lo Stato deve intervenire volta per volta con ingenti esborsi di denaro per ripristinare gli argini, ma non si può continuare così. Soprattutto non si può intervenire sempre dopo l’alluvione e ingenti danni alle aziende, ai privati e al territorio”.
Questa legge non ha il solo scopo di ridurre il rischio, che rimane l’aspetto principale, ma anche ripristinare l’ambiente, gli habitat che c’erano: “Ora è deserto, non c’è più nulla – afferma Mai -. C’è una nota da fare: i detriti che porta l’acqua vanno ad alimentare le nostre spiagge e quindi, eliminando la sabbia e le pietre dal fiume è possibile che poi manchi la sabbia sui litorali. Per questo motivo ho previsto che, nelle zone focive, le ditte incaricate debbano setacciare la sabbia e lasciare ai margini quella con la granulometria più adatta, in modo che le piene successive possano portare la sabbia in mare affinché si depositi nuovamente sulle nostre spiagge”.
Le tempistiche? “Siamo in Commissione. Entro novembre arriveremo alla discussione generale e spero che per fine anno, al massimo nei primi mesi del prossimo, si possa arrivare alla definitiva approvazione”, conclude il consigliere regionale Stefano Mai.
La proposta di legge è già stata approvata dal consiglio delle autonomie locali della Liguria, quindi da sindaci e presidenti di provincia, con alcune osservazioni che sono state recepite integralmente nel nuovo testo ora al vaglio delle commissioni per poi approdare in Consiglio regionale.