Attualità - 24 ottobre 2023, 11:44

Cinghiali caduti da una falesia, i cacciatori: "Nessuna battuta nella zona, non possiamo essere sempre additati"

La replica dei responsabili delle squadre della zona di Orco Feglino: "Cartelli? Apposti quelli generici, se domenica non c'erano quelli integrativi è perché non eravamo in quell'area"

"Non vorremmo, ogni volta che accade qualcosa, essere additati come responsabili di tutto ciò che di male avviene nei boschi".

Daniele Oddone e Alessandro Folco, capisquadra delle squadre numero 34 di Finale e della 96 di Orco Feglino, non ci stanno a subire tout court le accuse dell'accaduto dopo l'incidente di domenica scorsa con quattro cinghiali precipitati da una parete dove erano presenti anche decine di climbers.

Anzi, in realtà la posizione delle squadre di caccia responsabili della zona "incriminata" è molto netta e smarcata dall'accaduto: "Domenica scorsa le nostre squadre, a cui è assegnata l'area, non erano impegnate in alcuna battuta in quella zona - spiegano fornendo la loro versione dei fatti - Può lasciare qualche perplessità, ma non avendo nemmeno alcun cane al seguito tutto ci porta a pensare che i cinghiali siano caduti per così dire 'in autonomia' dal dirupo. Il nostro intervento sul luogo per il recupero degli animali è stato sollecitato dai vigili del fuoco che, essendo stati allertati dai scalatori presenti e non potendo intervenire, hanno allertato i guardiacaccia i quali, a loro volta ci hanno coinvolti per sopperire al fatto che la carenza del loro organico non gli consentisse di recarsi sul posto".

A quel punto i cacciatori, come raccontato dai climbers, hanno trovato l'ultimo cinghiale rimasto in vita dalla caduta ancora agonizzante e quindi l'hanno abbattuto. Una scena definita straziante dai presenti: "L'animale si sarebbe comunque dovuto abbattere, i guardiacaccia avrebbero fatto la medesima cosa. Quello che però ci preme sottolineare è che non eravamo a caccia nella zona citata, trovandoci in battuta a Finale Ligure e non nel territorio comunale di Orco Feglino, com'è facilmente dimostrabile".

Ogni battuta viene infatti segnalata di volta in volta agli enti competenti. Così come, spiegano i capisquadra, le zone dedite alla caccia con apposita cartellonistica: "Abbiamo l'ordine di metterli e sono sistemati all'imbocco di ogni sentiero principale d'accesso alle pareti o ai percorsi di trekking o mountain bike, ogni squadra è tenuta a metterli - precisano Oddone e Folco -. Ci sono nel Rian di Cornei, a San Bernardino, a San Lorenzino, in tutti gli accessi alle aree di caccia con numeri telefonici di riferimento dei responsabili delle squadre e l'avviso di prestare attenzione nelle giornate di mercoledì e domenica. A questi, che si posizionano all'inizio dell'attività venatoria a ottobre e si rimuovono alla fine, a gennaio, si aggiungono per integrazione quelli temporanei di giornata, ossia quelli specifici nella zona dov'è in corso la battuta. Se lì non c'erano è perché come squadre non eravamo lì". 

"Siamo spesso additati come il male della comunità, appena è possibile ci viene gettato addosso del fango, ma in questo caso il nostro intervento è stato indispensabile per il recupero degli animali che altrimenti chissà quanto sarebbero rimaste sul posto prima di un intervento. Non vorremmo sempre e comunque passare per i cattivi della situazione" chiosano Oddone e Folco.