Attualità - 23 ottobre 2023, 19:04

Rigassificatore, i sindacati in Regione: "Nessun vantaggio economico o tecnico dallo spostamento, Snam ha confermato"

Lo spostamento sarebbe in base ad accordi. Presenti le segreterie di Cgil, Cisl e Uil: chiesti investimenti a favore delle rinnovabili e chiarimenti sull'impatto, anche occupazionale

E' toccato, nel pomeriggio odierno, ai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil prendere parte all'incontro tecnico di confronto previsto a Genova, nella sede della Regione, sul riposizionamento della nave rigassificatrice Golar Tundra al largo della costa di Vado Ligure e al relativo collegamento con la rete nazionale del gas naturale.

Attenzionare la provincia di Savona con investimenti a favore dell'energia rinnovabile prendendo come guida le professionalità del Campus Universitario di Savona e di attività di reindustrializzazione dei siti dell'Area di Crisi Industriale Complessa, ma anche di compatibilità con la cornice portuale e portata occupazionale.

Queste sono state le richieste da parte dei sindacati, usciti non del tutto soddisfatti dalla riunione. In particolare il segretario di Cgil Savona, Andrea Pasa: "Per chi in questi mesi ha studiato il progetto, come il sottoscritto, non c'è stato spiegato di fatto nulla di nuovo - afferma - Dopodiché non è stato assolutamente data risposta alle domande che continuiamo a porre. La Camera del Lavoro ribadisce la propria contrarietà nel merito e nel metodo, perché incontriamo Snam tre mesi dopo la richiesta e perché non solo quest'opera confligge col modello di sviluppo savonese ma, anche questo pomeriggio, non vi sono state risposte su impatto ambientale e sulla salute delle persone. Ci è stato confermato che non si può assolutamente modificare l'impianto a mare mentre per quello a terra vi sono modifiche, secondo Snam, significative in alcuni comuni".

Tra le domande poste dalla Cgil anche quella sul perché lo spostamento da Piombino a Vado. A maggior ragione dopo le dichiarazioni del ministro Urso sulla strategicità del rigassificatore nello sviluppo del porto toscano: "Ho chiesto se la scelta sia conveniente economicamente e tecnicamente - ha aggiunto Pasa - ma la risposta è stata che a Piombino non vi sono motivazioni tecniche ma è decisione del Governo mantenerlo lì fino al 2026. Evidentemente però Regione e Governo non si parlano visto le parole del ministro".

"È stato un incontro tecnico, è stato importante perché abbiamo parlato di un progetto che non avevamo ancora visto. Qualche modifica è già stata fatta rispetto alle osservazioni presentate da qualche comune e la disponibilità da parte dell'azienda c'è - ha detto Simone Pesce, segretario Cisl - La Snam è obbligata a spostare la nave da Piombino perché ci sono degli accordi ma non ci sono interessi a farlo. Andremo a verificare come sindacato quali siano gli impatti ambientali, di sicurezza e sull'occupazione che possono essere sia positivi che negativi".

"Non diamo comunque per scontato che questo intervento si faccia - ha quindi aggiunto Pesce -. La dotazione di rigassificatori in Italia è importante, siamo purtroppo in ritardo su altri fonti energetiche e abbiamo bisogno del gas. Cosa diversa sul fatto che venga a Vado, abbiamo chiesto che venga evitato lo spostamento. Motivazioni tecniche non ce ne sono".

"La nostra posizione continua ad essere quella di sempre anche dopo l’incontro di oggi: vogliamo avere a disposizione tutti gli strumenti necessari per capire in particolare quelli che saranno, in caso di indifferibilità dell’installazione, le ricadute sul territorio in termini di impatto ambientale e di sicurezza nonché le ricadute in termini occupazionali diretti (che Snam ha quantificato in circa 60 unità) ed indiretti (da quantificare) e di impatto economico per il territorio prodotto per la gestione dei servizi accessori. Senza dubbio il confronto con le organizzazioni sindacali deve essere puntuale e costante per avere un quadro chiaro e preciso" aggiungono infine sia Pesce che il segretario generale della Femca Cisl Liguria Romeo Bregata.

Sul tema delle ricadute occupazionali, i tecnici hanno fornito un quadro sull'operatività offshore e onshore dell'infrastruttura, nonché il coinvolgimento di aziende del territorio.

"Un'opera in divenire, che tiene certamente conto della complessità morfologica del territorio, delle sue esigenze industriali e produttive, e la cui fase attuale è propedeutica alla stesura di un progetto il più completo possibile" ha ricordato il coordinatore della struttura commissariale Nicola Giancarlo Poggi, direttore generale della Direzione centrale Organizzazione e del Dipartimento Ambiente e Protezione civile della Regione Liguria.

"Il decreto legge 57 del 2023 ha inoltre introdotto l'obbligo della Via nazionale (Valutazione impatto ambientale) - ha aggiunto Poggi - il cui esito permetterà, unitamente alle ulteriori verifiche in capo al ministero dell'Ambiente e alla valutazione di sicurezza del Ctr di cui fa parte anche Regione Liguria, di ottenere le necessarie e indispensabili autorizzazioni per procedere con l'iter progettuale. I procedimenti di Via e Vis nazionali, applicati nel caso ligure e non in quelli toscani o emiliani, sono il più alto livello di tutela messo in campo in un contesto come quello del rigassificatore. Come più volte ribadito, sarà solo al termine del percorso autorizzativo di 200 giorni, che si decreterà la piena conformità del progetto anche in relazione al territorio".

La riunione si è conclusa con la richiesta, accolta, di condividere nuovi momenti di confronto per seguire l'evoluzione del progetto.

Redazione


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