“L'ancoraggio per 17 anni di una nave rigassificatrice nella rada di Vado e Savona, con installazione di tubazioni tra la costa e l'entroterra a prezzo di probabili espropri di centinaia di terreni, ci appare un'iniziativa calata dall'alto per motivi politici, senza tenere nella dovuta considerazione la contrarietà emersa nell'opinione pubblica ne i dubbi di tecnici, scienziati e rappresentanze locali”.
Inizia così la lettera aperta alle autorità che si occupano del rigassificatore, come la struttura commissariale, da parte di circa 500 dipendenti della scuola.
“Esprimiamo inoltre le nostre perplessità- prosegue la lettera aperta - sull’utilizzo offshore di una nave rigassificatrice con cisterne a membrana e sistema di riscaldamento a circuito aperto. Siamo preoccupati per il possibile impatto del progetto sull'ecosistema marino e terrestre, sulla sicurezza sanitaria e sullo stesso tessuto economico di un territorio troppo a lungo caratterizzato da un modello nocivo e impattante di industrializzazione”.
“In qualità di cittadini consapevoli e pensanti – proseguono gli autori della lettera - siamo infatti convinti della ineludibile necessita di coniugare lo sviluppo con la sostenibilità sociale e ambientale, come indicato nell'Agenda 2030”.
Poi la solidarietà alla dirigente del Comprensivo di Quiliano, istituto che si era schierato contro il rigassificatore e per il quale la Regione aveva chiesto provvedimenti al ministero competente.”
Manifestiamo infine la nostra solidarietà alla dirigente e ai docenti dell’IC di Quiliano per la dura reazione subita da parte della Regione. Non possiamo che unire la nostra voce a quella di chi – associazioni, sindacati e tanti liberi cittadini - ritiene preoccupanti i segnali di messa in discussione della libertà di espressione dei docenti”.