Economia - 11 ottobre 2023, 08:59

Cosa cambia con la riforma condominio del 2023?

La riforma del condominio 2023 è destinata a cambiare le carte in tavola e a impattare profondamente sulla vita in condominio

La riforma del condominio 2023 è destinata a cambiare le carte in tavola e a impattare profondamente sulla vita in condominio. Le novità riguardano gli inquilini ma anche l’amministratore di condominio, le cui funzioni sono state ampliate. 

A queste funzioni corrispondono nuovi poteri e quindi nuove responsabilità. Da qui, la necessità - per chi non lo ha già fatto - di utilizzare un software di gestione condominiale tale da facilitare e organizzare meglio le attività.

In questo articolo parliamo della riforma del condominio 2023, delle nuove responsabilità degli amministratori e del ruolo che i software possono giocare nella loro gestione.

La riforma condominio 2023 in breve

La riforma condominio 2023 è in realtà un rimaneggiamento della legge già esistente, ovvero la n.220 del 2012, entrata in vigore il 18 giugno 2023. I cambiamenti sono così numerosi da stravolgere il profilo della normativa. Infatti, interessano quasi tutti gli ambiti della vita condominiale. Ecco i più importanti. 

  • Parti comuni. Sono tante le novità che riguardano le parti comuni. Tanto per

    cominciare, i cambiamenti di destinazione d’uso saranno possibili solo previa

    dei ⅘ dell’assemblea, a cui devono corrispondere i ⅘ del valore dell’edificio.

    Le semplici innovazioni, ovvero i lavori senza cambi di destinazioni, sono state

    invece liberalizzate: potranno essere deliberate a maggioranza semplice,

    senza quorum. Un’altra novità importante riguarda il riscaldamento: ai

    condomini sarà concesso il distacco dal sistema centralizzato. 

  • Animali domestici. Con la riforma condominio 2023 né l’amministratore né i

    condomini potranno vietare la presenza di animali domestici. 

  • Delibera dei lavori. I lavori di ristrutturazione, anche quelli pesanti, potranno

    essere deliberati a maggioranza semplice. Il quorum è parimenti fissato al

    50%+1 del valore complessivo del condominio. Si tratta di un cambiamento

    importante, e che va a sanare un buco legislativo. In passato, non era chiaro

    se e quando bastasse la maggioranza semplice, o se si dovesse ricorrere a

    quella dei due terzi. 

  • Morosità dei condomini. La riforma condominio 2023 introduce il principio di

    solidarietà sussidiaria. In buona sostanza, qualora un condomino non

    adempia al pagamento delle spese condominiali, gli altri condomini saranno

    tenuti a coprire l’importo mancante. Contestualmente, l’amministratore sarà

    costretto a procedere con la citazione in giudizio degli inquilini morosi. 

Come cambia l’attività dell’amministratore di condominio

In questo impianto, già complesso di per sé, si inseriscono le novità che coinvolgono più specificatamente l’amministratore di condominio. Ecco i principali aspetti che verranno modificati dalla riforma condominio 2023.

  • Mediazione. In passato, l’amministratore poteva assumere la qualifica di

    mediatore solo previa decisione dell’assemblea condominiale. Dall’anno

    prossimo, l’amministratore potrà assumerla di sua sponte, senza dover

    passare da alcuna delibera. 

  • Gestione del riscaldamento. L’amministratore potrà modificare gli orari e la

    potenza dei termosifoni centralizzati di sua sponte, ovviamente in maniera

    coerente con le disposizioni normative. 

  • Lavori urgenti. L’amministratore può ora attuare i lavori urgenti senza

    dipendere dalle decisioni dell’assemblea. Ovviamente, i lavori devono

    rivestire un vero carattere d’urgenza, secondo quanto prescritto dal codice e

    dell’ordinamento. 

Come gli amministratori di condominio possono rispondere ai cambiamenti

All’apparenza, la riforma condominio 2023 arride agli amministratori, in quanto conferisce loro più poteri. Nella realtà, si preannunciano carichi di lavoro ulteriori e ulteriore stress. 

L’amministratore è chiamato a prendere decisioni importanti senza la “bussola” delle decisioni assembleari. Per esempio, deve individuare i lavori urgenti e procedere in autonomia, “da solo”. Le virgolette sono d’obbligo, in quanto alle attività dell’amministratore corrisponde sempre la necessità di dover rendere conto, di contrattare, di interloquire con gli inquilini. Più attività, dunque, significano più stress. 

In questo contesto, un valido aiuto può giungere dai software di gestione condominiale. Questi hanno lo scopo di organizzare le attività, di ordinare dati e calendarizzare le azioni. Se ben fatti, facilitano la comunicazione con i condomini, mettendo a disposizione un sistema di notifica che esoneri l’amministratore dal contatto diretto. Nella migliore delle ipotesi, offrono delle vere e proprie piattaforme di messaggistica, che possano sostituire WhatsApp (che appare spesso disordinato), Telegram, Messenger e soprattutto le chiamate. 

Se fino ad ora i software di gestione condominiale si sono rivelati importanti, ora, con il varo della riforma, sono diventati fondamentali. Il consiglio, dunque, è di scegliere quello che più si adatta alle proprie esigenze e iniziare fin da subito ad utilizzare, in modo da giungere preparati al 2024.