Attualità - 11 ottobre 2023, 10:19

Nessuna offerta nemmeno in procedura negoziata a invito per Funivie. I sindacati: "Senza parole, un incontro subito"

Erano cinque i soggetti che il commissario Maugliani aveva cercato di interessare per procedere al ripristino e altri lavori necessari alla ripartenza. Ora resta solo la via della trattativa diretta

Sembrava ormai essere giunto il tempo dell'atteso orizzonte sereno dopo un cammino burrascoso per le funivie tra Savona e la Val Bormida. Invece, anche alla data del 20 ottobre, a questo punto, diventa praticamente impossibile pensare a un primo concreto passo nella ripartenza dell'impianto dopo che la gara indetta dal commissario Maugliani per il ripristino è andata deserta.

Lunedì scorso, 9 ottobre, dovevano essere aperte le buste contenenti le offerte presentate dai cinque soggetti invitati a trattare con la struttura che ha preso in carico la struttura vittima del maltempo nel 2019, la cui funzionalità è stata decisamente compromessa col crollo di alcuni piloni a seguito di una frana.

Oltre 4 milioni era la base d'asta, il tutto per provvedere al ripristino di due tratte (tra le stazioni di San Rocco e San Lorenzo e in località Voiana), tra opere strutturali agli impianti e di ingegneria naturalistica connessa.

Una proposta ritenuta evidentemente non appetibile dai soggetti individuati dal commissario Vincenzo Maugliani, al quale ora, dopo un cammino che già si è palesato irto di difficoltà anche burocratiche da sbrogliare per arrivare ad oggi, sarebbe rimasta una sola via: quella della trattativa diretta con una delle aziende, l'italiana Leitner.

Prima di tutto, però, il commissario dovrà parlarne col Ministero dei Trasporti al quale potrebbe essere richiesto un rifinanziamento dell'opera con nuove risorse che allargherebbero il discorso a più tratte e ad altre lavorazioni utili per mantenere in vita e adeguare ai tempi attuali l'infrastruttura tra il porto e i paschi commerciali.

E proprio un incontro con la massima urgenza è anche ciò che chiedono i sindacati, preoccupati da questa ennesima battuta a vuoto nel processo: «Siamo senza parole. In quattro anni si è riusciti a fare zero, a questo punto possiamo dire che l'incapacità del Ministero, nei diversi governi che si sono avvicendati in questo lasso di tempo, è imbarazzante» commenta il segretario di Filt Cgil Savona, Simone Turcotto.

«A questo punto - prosegue - diventa quasi impossibile pensare che l'infrastruttura possa ripartire se il modo di lavorare è questo. Chiediamo un incontro subito. Non domani o dopo, anche in giornata. In questo caso i peggio luoghi comuni dell'Italia si sono realizzati, speriamo che se davvero vogliono costruire il ponte sullo Stretto lo facciano a campata unica visto che coi piloni qui...».

«È davvero una situazione incredibile, sta seguendo l'iter tutte le infrastrutture del savonese: pare sempre che si debba fare, che si debba cominciare ed è invece tutto fermo - aggiunge il responsabile territoriale di Fit Cisl, Danilo Causa -. A questo punto non sappiamo nemmeno più cosa sperare, o ci sarà una trattativa singola o altrimenti la preoccupazione è sempre più alta e vorremmo capire anche dei lavoratori cosa sarà, per noi è fondamentale che continuino a lavorare senza andare nuovamente in cassa integrazione».