Sono del 2019 gli ultimi cospicui lavori sulla imponente struttura del viadotto "Generale Franco Romano", che permette all'autostrada Torino-Savona di scavalcare l'ampio alveo del fiume Stura a nordest di Fossano.
La Dezi Stelle Design Srl si occupò del cantiere, durato poco meno di un anno, per la messa in sicurezza di uno dei tratti sospesi più lunghi dell'intera A6.
Gli interventi riguardarono cinquantotto pile, per un totale di due chilometri e mezzo di lunghezza e un costo superiore ai diciassette milioni di euro, allo scopo di alzare la resistenza ai carichi verticali e alle sollecitazioni dovute a potenziali fenomeni sismici.
Proprio il poco tempo passato dal pesante intervento ha ancor di più suscitato curiosità in alcuni lettori, che ci hanno segnalato visibili segni di deterioramento e di esposizione dell'armatura presenti su alcuni dei pilastri più prossimi all'estremità nord del viadotto in questione e facilmente osservabili imboccando Via Stura dall'altezza della vecchia discarica sulla Provinciale 45.
Se i supporti verticali delle piattaforme di servizio sembrano i più malmessi, anche le pile sulle quali poggia la carreggiata in direzione Torino hanno visibili segni di obsolescenza e consumo, con i fasci in metallo ormai interamente esposti all'aria e di conseguenza pesantemente ossidati.
In tempi di continue cronache legate a problematiche spesso critiche legate alle infrastrutture stradali e autostradali, pur nella ragionevole certezza che non si tratti (ancora?) di una situazione emergenziale, ci è parso comunque opportuno fare una verifica diretta e documentare la situazione, sicuri che chi di competenza assumerà tutti i provvedimenti del caso.
Sul tema abbiamo provato a sentire alcuni commissari della Commissione Trasporti del Consiglio Regionale. Per Ivano Martinetti (M5S), "il concessionario autostradale dovrebbe fornire ai cittadini chiarimenti e rassicurazioni in ordine alla sicurezza del viadotto. Nel caso in cui non arrivassero, sarà nostra cura stimolare un intervento da parte delle istituzioni. Dopo i casi avvenuti proprio a Fossano e al ponte Morandi di Genova, penso che le richieste di rassicurazioni sulle infrastrutture non siano mai troppe".
Argomenti analoghi quelli rappresentati da Francesca Frediani (Unione Popolare), storicamente vicina al movimento NoTAV, "evidentemente la tragedia del ponte Morandi non ci ha insegnato nulla. Anziché pensare ad opere faraoniche e totalmente inutili, bisognerebbe verificare lo stato delle infrastrutture esistenti ed utilizzare le risorse per metterle in sicurezza. Bisognerebbe poi capire se gli interventi del 2019 siano stati fatti "a regola d'arte"; cosa che non sembra, dalle immagini".
Interpellati dal nostro giornale, altri componenti della Commissione Trasporti di Palazzo Lascaris non hanno al momento ritenuto di commentare.