L’ipotesi avanzata dal Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti per la realizzazione di un Cpr (centri di permanenza per i rimpatri) “nell’entroterra di Albenga” ha sollevato immediate reazioni.
Il 'No' del sindaco Riccardo Tomatis arriva deciso e non solo per ragioni di opportunità – Albenga e il suo entroterra sono diventati in questi ultimi anni vero e proprio fiore all’occhiello del ponente Ligure per il turismo e l’outdoor – ma anche per ragioni tecniche.
"Vi spiego perché ad Albenga non si può allestire un Cpr, ben diverso da un centro di primissima accoglienza temporaneo – fino al 31 ottobre – che può ospitare al massimo 20 richiedenti protezione internazionale. Un Centro per il rimpatrio, di fatto è una vera e propria galera dove vengono detenute le persone che hanno avuto un decreto di espulsione e non coloro che richiedono protezione internazionale, e che, di fatto, non favorisce i rimpatri: più della metà delle persone non vengono infatti rimpatriate, ma vengono rilasciate sul territorio".
"Le ipotesi che sono emerse sono tre, tutte legate al recupero di ex caserme militari, ma nessuna è percorribile. Partiamo dall'ex caserma Piave, ora di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti (una SpA controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze che promuove la crescita del Paese e gestisce il risparmio)che peraltro è in pieno centro abitato e quindi teoricamente esclusa dalle possibili soluzioni".
"La Piave è completamente posizionata in una zona soggetta ad alto rischio idraulico, o zona rossa, quindi è assolutamente illegittimo realizzare una struttura come un Cpr che preveda un aumento del carico insediativo illegittimo normativamente parlando anche se temporaneo. Si sottolinea inoltre che per poter richiedere una riperimetrazione idraulica e rimuovere l'alto rischio (zona rossa) è necessario prima realizzare dei lavori sul sistema di canalizzazione delle acque che passano sotto gli edifici stessi, lavori che durerebbero mesi se non anni e con un costo elevatissimo. Inoltre all'interno della Piave è operativo un poligono di tiro utilizzato da tutte le forze dell'ordine della zona".
"L'ex caserma Turinetto è stata completamente demolita da alcuni mesi per lasciar posto a un Polo Scolastico di prossima costruzione per il quale il Comune ha ottenuto, già da qualche anno, un finanziamento da 10 milioni di euro. L'ex polveriera in frazione Campochiesa (casermette) di proprietà del demanio si trova in zona idraulicamente ad alto rischio, zona rossa, così come la Caserma Piave. Inoltre è ormai in stato di completo abbandono e ridotta a ruderi inglobati dalla vegetazione che ha completato il lavoro del tempo rendendo il tutto pericolante e pertanto non sarebbe utilizzabile", prosegue il primo cittadino.
"In merito alla possibile osservazione della vicinanza con l'aeroporto di Villanova non può essere considerato un argomento valido, infatti, a parte che i rimpatri sono praticamente inesistenti e che l’aeroporto di Villanova ha una vocazione prevalentemente turistica e, per le dimensioni della pista di decollo e atterraggio, adatto solo ad alcune tipologie di velivoli, è da considerare che, comunque, per arrivare a Villanova sarebbe necessario utilizzare un mezzo di trasporto e pertanto poco cambierebbe a quel punto arrivare con quel mezzo lì o in un aeroporto più grande e strutturato per questo genere di voli".
"A fronte di tali osservazioni, oltre che delle ragioni di opportunità legate alle caratteristiche intrinseche del nostro territorio, mi auguro che ci possa essere un rapido cambio di direzione da parte del Presidente Toti. Fino a che sarò sindaco, Albenga non sarà scelta come sede per un Centro per il rimpatrio. Mi opporrò strenuamente a questa decisione", conclude Tomatis.