Nel processo Tirreno Power in Tribunale a Savona sono terminate le repliche delle parti civili e si stanno concludendo quelle delle difese.
"Nel corso delle udienze è stato accertato che i limiti di emissione sono sempre stati rispettati. Di fronte a questa evidenza di pieno rispetto della legge, l’accusa ha sostenuto che bisognava invece attenersi alle BAT, indicazioni che non avevano alcun valore di norma e che peraltro erano già state considerate nell’autorizzazione rilasciata alla centrale dal ministero dell’Ambiente" spiega Tirreno Power.
"Altro fatto accertato è che la qualità dell’aria a Savona è sempre stata tra le migliori d’Italia. Mai nessun superamento dei limiti per nessun inquinante, secondo i dati ufficiali di Arpal. A fronte di questo ulteriore dato oggettivo, l’accusa ha fatto riferimento ai valori obiettivo dell’OMS, valori che proprio per il PM2,5 citato come elemento più pericoloso, non sono raggiunti da nessuna città nel mondo (fonte: Lancet Planetary Health, marzo 2023) - prosegue l'azienda.
L'accusa ha poi sostenuto che i gruppi a carbone della centrale erano la principale fonte di inquinamento del territorio. Eppure dopo la loro chiusura l’aria a Savona è rimasta sostanzialmente uguale. Un fatto così evidente già dovrebbe portare a tutte le risposte. Ma l’accusa lo motiva in modo sorprendente: con l’aumento di traffico tra aprile 2014 e marzo 2016 di 42 navi nel porto di Savona, un porto che in quel periodo di navi ne ha ricevute 2.418 all’anno. Sarebbe bastato dunque il 2% di navi in più per pareggiare tutte le emissioni dei gruppi a carbone. Anche la frequenza delle patologie considerate nel processo, confrontata prima e dopo la chiusura della centrale non ha rivelato alcun miglioramento".
"Un processo fondato su consulenze orientate a costruire responsabilità, ignorando i fatti. Ad esempio, non si sono voluti considerare i due fattori ambientali di maggiore impatto: il traffico veicolare e il riscaldamento domestico. Fonti che da sole incidono per oltre il 50% del totale, ma che per i consulenti non erano rilevanti. Consulenze che si sono dimostrate così deboli al confronto tecnico che lo stesso pubblico ministero ha affermato nella scorsa udienza che se si fosse dovuto basare su di esse avrebbe chiesto l’archiviazione" conclude Tirreno Power.
In aula magna in apertura della mattinata sono intervenuti gli avvocati delle parti civili.
"Mi sono soffermato su specifici punti che riguardano tematiche centrali, che sono quelle dell'anti giuridicità dei comportamenti posti in essere e i profili di responsabilità soggettiva in capo ai vertici della società - ha detto l'avvocato di Uniti per la Salute Matteo Ceruti - il giudice ha un fardello pesante sulle spalle perchè il processo è stato lungo e articolato, con un alto tasso di specificità e con tante tematiche giuridiche importanti da affrontare in un ordine processuale sostanziale e mi aspetto una buona sentenza".
Martedì prossimo, 3 ottobre, si svolgerà l’udienza conclusiva, con la sentenza del giudice Francesco Giannone.