Ottavo appuntamento di Economia in anteprima: la nuovissima rassegna nata dalla collaborazione di la Feltrinelli point e Azimut Wealth Management che porta a Savona i migliori esperti di economia per spiegarne i grandi temi “in anteprima”.
Giovedì 28 settembre, alle ore 18:30 presso la Sala Eventi Azimut, piazza Giulio II (nuovo complesso S. Paolo), sin parlerà de "Il Titanic delle pensioni" con l'autore Sergio Rizzo. Per prenotare: whatsapp 353 418 4503, email savona@feltrinellifranchising.it
Sergio Rizzo è stato a lungo una firma del «Corriere della Sera» e poi vicedirettore di «Repubblica». È autore di numerosi bestseller tra cui La casta, scritto con Gian Antonio Stella (2007). Tra i suoi libri più recenti ricordiamo 02.02.2020. La notte che uscimmo dall’euro (2018), La memoria del criceto (2019) e, con Tito Boeri, Riprendiamoci lo Stato (2020). Per Solferino nel 2022 ha pubblicato Potere assoluto e, con Alessandro Campi, L’ombra lunga del fascismo.
Il Titanic delle pensioni (Solferino). Correva il 1992 quando il governo di Giuliano Amato prese atto che il sistema pensionistico rischiava di fare crac. Da allora, invece, ogni governo ha fatto di tutto per mettere a rischio la sostenibilità della previdenza, mentre l’aumento dei posti di lavoro, l’unico vero antidoto, è rimasto pura propaganda elettorale. Il risultato è che già ora i contributi di chi lavora non riescono a coprire l’intera spesa. Il numero delle pensioni pagate è ormai pari al numero dei lavoratori attivi. E il buco si allarga sempre di più anche a causa di dinamiche demografiche preoccupanti: in tre anni l’Italia ha perso un milione di abitanti, mentre il numero dei morti ha ormai doppiato quello dei nuovi nati. Per non dire della sopravvivenza di assurdi privilegi per alcune categorie protette. A cominciare dai parlamentari e dai consiglieri regionali, ai quali continuiamo a regalare la doppia pensione con i contributi figurativi pagati dalla collettività. E poi i benefici incomprensibili per i militari, i dipendenti della Regione siciliana, i piloti e gli assistenti di volo, le decontribuzioni a pioggia per accontentare tutti. Fino all’esercito dei finti disoccupati agricoli e dei falsi invalidi civili. Stime ottimistiche dicono che nel 2046 la voragine delle pensioni arriverà a 200 miliardi. Una somma superiore all’intero gettito Irpef. Lo scenario è terribile: se non si interviene in modo serio, fra vent’anni i soldi per pagare le pensioni non ci saranno più. La via d’uscita è una sola e obbligata. Rivoluzionare l’intero sistema. E in fretta.