Ciao ciao estate. Alle 08:49 di oggi, sabato 23 settembre, si passa dall’ombrellone al piumone con l’arrivo dell’autunno. Non è in ritardo, anche se la tradizione lo vuole nella data del 21 settembre. La variazione dipende sempre dal continuo girare della Terra attorno al Sole (365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi che si rimette in riga ogni 4 anni con un giorno in più nell’anno bisestile).
Non manca un mito antico legato al cambio delle stagioni. Persefone era la figlia di Zeus e di Demetra, dea che controllava i ritmi della terra. Rapita dallo zio Ade e portata negli Inferi, passava qui 6 mesi l’anno, autunno e inverno, negli altri 6 la grande gioia della madre nell’averla accanto portava alla fioritura della terra.
Si festeggiava all’equinozio d’autunno il dio gallese della vegetazione e dei raccolti, Mabon. Secondo la tradizione pagana britannica rimase giovane per sempre. Anche nella tradizione dei druidi si festeggia l’equinozio legato al raccolto. Il nome della festività è Alban Elfed, la luce dell’acqua.
Dall’epica passiamo alla storia con i Maya che costruirono la piramide a gradoni detta El Castillo a Chichen Itza, in Messico, in modo che un serpente di luce sembrasse scendere dalla scalinata durante l’equinozio d’autunno e quello di primavera. Anche i romani giocarono con l’equinozio. La data di nascita dell’imperatore Augusto cadeva proprio all’inizio dell’autunno. L’obelisco-meridiana che fece mettere nel Campo Marzio era in linea con l’edificio dell’Ara Pacis in questa giornata.
L’equinozio, il cui termine deriva dal latino “aequa nox”, ovvero “notte uguale (al dì)”, si verifica quando il Sole si trova esattamente allo zenit dell’Equatore ed il giorno e la notte hanno la stessa durata, di 12 ore ciascuno.
Dopo l’equinozio le giornate si accorciano e continuano a farlo fino al solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno. Se vi deprime solo l’idea, l’imperativo è resistere, in fondo alla prossima estate mancano “solo” nove mesi.