Circa 500 vite spezzate nell'ultimo anno, ben più d'una al giorno, con oltre 20mila incarcerazioni. Il reato? L'essersi opposti a un regime dove molti diritti vengono lesi o negati del tutto. Freddi numeri, narrazione di una protesta viva, fervente, resistente. Quella del popolo dell'Iran che oggi, 16 settembre 2023, ricorda la prima di queste giovani esistenze recise esattamente un anno fa.
Era quella di Mahsa Amini, 22enne iraniana di origini curde morta dopo tre giorni di coma in stato di arresto per aver protestato contro il regime degli ayatollah, presa in custodia dalla polizia morale per non aver indossato correttamente l'hijab.
"Donna, vita e libertà" è il grido che in questi mesi ha mantenuto accesa la fiammella della ricerca di democrazia in quella che fu l'antica Persia. Un monito all'attuale governo iraniano e al tempo stesso un messaggio al mondo intero a non dimenticare la battaglia di civiltà del popolo dell'Iran.
A raccoglierlo è stato il Comune di Finale Ligure, dove risiede peraltro un'artista definibile alfiere a livello internazionale di questa battaglia con le sue opere quale è Faé Djéraba, che ha scelto di lanciare una sorta di campagna di sensibilizzazione con diversi manifesti affissi negli spazi comunali dedicati e un grande banner in piazza Vittorio Emanuele a Finalmarina, posizionato proprio alle spalle della panchina rossa intitolata a Janira, simbolo della lotta alla violenza di genere.
"L'iniziativa vuole ricordare quanto sta accadendo coi moti di popolo in Iran, una rivolta che va avanti da mesi nonostante la repressione da parte del regime con torture, incarcerazioni, uccisioni - ci spiega il sindaco Ugo Frascherelli, primo sostenitore dell'iniziativa -. Una rivolta portata avanti da ragazze e ragazzi di una società statisticamente giovane che lottano per la libertà e la giustizia, meritando tutta la nostra solidarietà e l'ammirazione per il loro orgoglio. Ritengo sia utile e giusto ricordarli per farli sentire meno soli, pur con una solidarietà da distante. Vogliamo testimoniare la nostra vicinanza a chi sta lottando per la libertà nel suo Paese, non ci siamo dimenticati di chi è stato ucciso e torturato, vogliamo così che il loro ricordo non muoia nella speranza che anche l'Iran possa divenire un Paese più giusto e più libero".
Non dimentica poi il sindaco finalese, come peraltro già sottolineato in diverse occasioni, quanto questi moti di popolo votati alla cancellazione di regimi siano in fondo "gli ideali per cui lottarono i nostri partigiani ottant'anni fa. Quello che si è costruito è poter vivere in nazioni più giuste e libere - aggiunge -, perché non credo vi siano paragoni tra regimi come fu quello fascista e quello odierno teocratico iraniano. L'adesione ai valori della Resistenza, ai principi su cui è fondata la nostra Repubblica, a partire dalla Costituzione, e quindi non si può che guardare con solidarietà e sostenere chi lotta per gli stessi obbiettivi".