"Progetti strategici con metodi altrettanto strategici". Arriverà nelle prossime settimane la relazione del gruppo di lavoro composto da tecnici di cui fa parte, eppure l'ingegner Marco Stevanin su un aspetto della vicenda riposizionamento del rigassificatore Golar Tundra al largo di Vado ha pochi dubbi: le procedure non sono adeguate all'impatto dell'opera sul territorio.
Il consulente scelto dai Comuni di Bergeggi, Savona e Quiliano per formulare le osservazioni tecniche ai piani presentati da Snam, nell'incontro organizzato a Spotorno ieri sera (14 settembre, ndr) dai Comuni del Golfo dell'Isola, è stato chiaro in tal senso, senza usare mezze parole: "Raramente ho trovato tanta confusione, intesa come frettolosità e superficialità nella presentazione di questo progetto".
Un progetto che corre sui binari della procedura dettata dai decreti legge 50 e 57 del Governo Draghi per far fronte alla crisi energetica, definiti come "un'autostrada rapidissima che Snam e Rina hanno per vederlo autorizzato, anche al Ministero dell'Ambiente dove vige per esso la fast track".
Vi sono infatti 200 giorni per giungere all'autorizzazione definitiva per portare la Golar Tundra nella rada vadese. Il tutto per far sì che sia possibile rispettare gli accordi presi in Toscana per l'approdo della nave in emergenza a Piombino: "La nave va spostata dal porto toscano entro il 2026 - ha ricordato l'ingegner Stevanin - e per attuare il progetto ligure servono circa 26 mesi di lavori sia per le modifiche della nave, che attualmente non può essere posizionata offshore ossia in mare aperto per le sue caratteristiche di costruzione, sia per il posizionamento a terra del gasdotto. Per forza di cose quindi il procedimento va concluso entro gennaio se non si vogliono far saltare il cronoprogramma e gli accordi col commissario Giani".
Una questione quindi che, secondo Stevanin, ha molto di politico: "Non sono mai stato contrario a priori come tecnico a progetti di tipo strategico, devo però dire che quando abbiamo progetti strategici bisogna usare metodi strategici per approcciarsi ai territori. Sentire sia un commissario che Snam dire di non aver parlato con nessuna amministrazione ma solo con Tirreno Power mi ha meravigliato sotto un profilo di cultura dei processi partecipativi che devono essere attuati in modo tanto strategico quanto lo è il progetto, perché strategici sono anche i cittadini che sul territorio vivono".
"Perché si è parlato per scelta con Tirreno Power e non si sono coinvolti subiti i sindaci, per di più su un territorio con un procedimento penale in corso piuttosto importante e un impatto sulla salute già significativo? Me lo chiedo da tecnico e da cittadino - ha continuato l'ingegnere - capisco il ragionare laddove la legge convenzionale può essere superata, ma tutto ha un limite legato al buonsenso anche a come si portano avanti autorizzazioni di questo tipo".
Le criticità sarebbero anche nella sostanza però. Secondo le perizie che andranno a depositare i tecnici, dopo l'analisi delle 1.200 pagine sull'impatto ambientale contenute nel dossier presentato da FSRU, vi sarebbero lacune strutturali sotto il profilo ambientale con diverse matrici interessate (atmosfera, delle acque, gli attraversamenti del fiume Quiliano per citarne alcune) figlie, secondo il tecnico di procedure eccessivamente frettolose: "Se uno studio prende in analisi dati non attendibili o non rappresentativi sul territorio, come riscontrato da noi, piuttosto che una nave che emette in mare un quantitativo enorme di acqua sterile (18mila mc all'ora moltiplicati per anni), mi aspetterei studi più approfonditi e dettagliati" ha detto.
L'ingegnere ha quindi ribadito come la Golar Tundra allo stato attuale abbia bisogno di lavori di adeguamento alla sua struttura per essere definibile quale FSRU o adatta a essere posizionata in mare aperto. "Cosa che ad oggi non è: né per motivi di serbatoi, né per motivi di sicurezza, né per la torretta che le manca".
Il rischio quindi di "correre" sulle autorizzazioni per Stevanin potrebbe portare a configurarsi una situazione come quella di Piombino, dove al momento sono stati depositati sei ricorsi al TAR, "non frutto di valutazioni di carattere amministrativo legate a valutazioni legali ma a problematiche ambientale, sanitarie e di sicurezza che secondo i consulenti, compreso il sottoscritto, non sono state rispettate".
L'ingegnere ha poi ricordato anche come sarà inevitabile avere una fascia di rispetto intorno alla nave ormeggiata al largo e affrontato il tema della sicurezza in caso di eventi rischiosi: "Non posso da tecnico dire che in caso di esplosione sia come una bomba atomica, siamo a 4 km dalla costa. Mi preoccupa di più quello che c'è all'interno degli impianti e le tubature con pressioni fino a 75 bar".
"Queste cose vanno valutate e fatte in maniera diversa, studi e processi partecipativi vanno fatti prima di depositare i progetti - ha quindi sottolineato l'ingegner Stevanin - Il mio consiglio? Ritirare il progetto, rivalutarlo, studiarlo, capire se fattibile e poi ridepositarlo. Abbiamo un territorio stressato, qualsiasi eccesso, qualsiasi apporto non può essere valutato come se l'ante operam fosse zero ma è già ai limiti od oltre i limiti della pressione sia ambientale che sanitari supportata da questi territori".