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Politica | 14 settembre 2023, 10:35

Gancia (Lega): "Direttiva Ue su qualità dell’aria dannosa, mette in ginocchio regioni più produttive"

L'europarlamentare critica sul provvedimento votato dal Parlamento Europeo: "Proposta irrealizzabile e che comporterebbe gravi implicazioni economiche e sociali su vasti territori del Paese"

L'europarlamentare Gianna Gancia

L'europarlamentare Gianna Gancia

“Ancora una volta Bruxelles vuole sacrificare sull’altare dell’ideologia green interi settori produttivi. Migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente e ridurre l’inquinamento è un obiettivo nobile che condividiamo tutti. Contestiamo tuttavia l’approccio eccessivamente ideologico dell’Ue, che promuove un provvedimento dannoso, che va a colpire le regioni più produttive d’Italia e sembra basato su errate valutazioni di impatto".

Così Gianna Gancia, europarlamentare della Lega, componente della commissione Envi, relatrice ombra del provvedimento, commenta il voto del Parlamento Europeo su “Qualità dell'aria ambiente e un'aria più pulita in Europa”.

"La proposta – prosegue l'europarlamentare – contiene numerose criticità, in primis ridurre i valori limite degli inquinanti e introdurre nuovi. Non si tengono in considerazione le specificità di ogni Stato membro e di alcune particolari regioni. Questa proposta è irrealizzabile e comporterebbe gravi implicazioni economiche e sociali su vasti territori del Paese. L’Italia ha già messo in campo numerose iniziative per contrastare l’inquinamento che hanno portato al dimezzamento delle emissioni: nemmeno attraverso riduzioni delle emissioni degli inquinanti dell’ordine dell’80% si riuscirebbe a consentire il rispetto dei limiti proposti dalla direttiva. La Lega aveva chiesto di posticipare la data di introduzione dei nuovi limiti al 2040, l’aumento dei valori limite e una maggiore flessibilità nell’accesso alla deroga: non ci hanno ascoltato. Un’altra occasione persa: uno schiaffo al nostro settore produttivo, che contribuirà solo alla deindustrializzazione e all’impoverimento di regioni trainanti della nostra economia, senza peraltro portare benefici all’ambiente”.

c.s.

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