"La nave gasiera a Vado, per molti che non hanno memoria è un film già visto. 21 anni si è creata la stessa situazione".
A dirlo è l'ex funzionario dei vigili del fuoco, per anni vicecomandante provinciale, il giornalista Michele Costantini che ha ricordato che nel 2002 nella rada vadese era previsto il posizionamento richiesto da Enel ma poi stoppato dalla Regione Liguria.
A distanza quindi di un ventennio si ripropone il tema con il posizionamento della nave rigassificatrice offshore a 4 km dalla costa di Vado Ligure e a 2.9 km da Savona.
"La questione era stata superata con un'informazione quasi quotidiana da parte dei giornali e dal punto di vista tecnico Io avevo spiegavo tecnicamente cosa voleva dire avere il gas davanti a Vado - puntualizza Costantini - ad aprile 2002 era stata presentata l'istanza da Enel e a maggio la Regione disse no. Una cosa curiosa è che c'era un governo di centrodestra guidato da Sandro Biasotti, c'è però da rimanere sbalorditi che ora lo stesso governo con Toti vuole assolutamente che sia realizzato".
Costantini si è così soffermato dal punto di vista dei rischi e della prevenzione degli incendi.
"Come carico di incendio si intende la somma di tutti i materiali e le sostanze combustibili che possono partecipare ad un incendio. Bisognerebbe ridurre il carico e limitarlo al massimo - ha proseguito Costantini - L'effetto domino è quando invece un incidente provoca un incendio e va a finire nelle zone adiacenti. Lo stoccaggio complessivo potenzialmente nei serbatoi costieri è di 800mila metri cubi di prodotti petroliferi. Una somma enorme. Se dovessimo fare un rapporto tra la capacita di questi serbatoi e la popolazione residente (circa 60mila Savona, 8mila Vado, 6mila 800 Quiliano). Viene fuori che ogni residente ha circa in dote 10 mc di prodotti petroliferi a testa".
"Toti vuole mettere una nave davanti a Vado e l'impianto sul territorio quilianese - ha concluso Michele Costantini - Le tre aziende a rischio rilevante presenti sul territorio saranno le prime a protestare, dovranno rimettere tutto in discussione, sanno che rischi corrono, ci sono dei piani di emergenza che vanno rispettati. In una valutazione oggettiva senza falsità una cosa del genere va stoppata nella valutazione di impatto ambientale".