Riceviamo e pubblichiamo questa lettera arrivata alla nostra redazione:
"Da settimane ormai non si parla d'altro che del piazzamento di una nave con un impianto di rigassificazione (trasformazione da stato liquido a stato gassoso del metano trasportato via nave con gasiere) e relative condotte sottomarine e a terra per il convogliamento del gas fino all'interconnessione con la rete nazionale all'altezza del comune di Cairo Montenotte".
"L'approccio impositivo da parte del commissario nonché presidente della Regione Liguria Toti ha creato una reazione di rifiuto da parte dei cittadini, sia rivieraschi che dell'entroterra, interessati o meno dall'impatto che questo impianto ha sul territorio".
"Tralascio gli aspetti di impatto ambientale, che sicuramente ci sarebbero e che al momento, dalle informazioni desunte dal progetto pubblicato, non sarebbero in gran parte affrontate e che quindi risulterebbe lacunoso, mi voglio soffermare sulla visione che questo paese vuole proporre per il proprio futuro energetico e ambientale".
"Tanti si sono rivoltati a questa decisione imposta al territorio dandone una veste squisitamente politica, il che in parte è vero, ma pochi si sono chiesti se questo continuare a seguire emergenze vere o studiate ad hoc per giustificare progetti impattanti sui territori, investendo capitali sostanziosi in fonti fossili che condannano l'Italia ad una continua dipendenza da chi ce le vende a tariffe che tra l'altro non controlliamo neanche noi, ma stabilite in una vera e propria borsa"
"Sarebbe l'occasione per dare veramente una svolta e guardare alle nuove tecnologie sulle rinnovabili, nonché di aprire una riflessione sul sistema produttivo, sul nostro stile di vita che impatta anche quello sull'ambiente perché fatto di sprechi, anche energetici. Come spesso dico le rivoluzioni (non le rivolte) partono sempre dal basso, dai territori, per una volta perché la Liguria non può fare da apripista?".
Roberto Malmignati