"Vorrei chiarire la situazione del Consiglio Comunale di Albenga". Così il presidente del parlamentino ingauno Diego Distilo ritorna sulla convocazione della seduta dedicata alla discussione del tema legato ai profughi nella struttura ex Anfi.
"In data 25 Agosto 2023 ho convocato il Consiglio Comunale in piazza San Michele dopo averne parlato con la segretaria comunale - spiega Distilo - In tale data mi era stato detto che gli uffici si sarebbero attivati immediatamente per poter far svolgere la seduta come da convocazione. Nei giorni successivi ho ricevuto una mail il 31 Agosto dove mi veniva presentato un preventivo per l'audio e l'impianto che il sottoscritto non ha richiesto in quanto era sufficiente una cassa con due microfoni già in dotazione al Comune di Albenga, cosi scrivevo agli uffici di adoperarsi ognuno per le proprie competenze per poter svolgere la seduta".
"La mattina di lunedì 4 settembre firmo un decreto per rendere piazza San Michele Aula Consiliare in modo da identificare l'evento non come una manifestazione facendo valere le regole come in sala consiliare - continua - la mattina del 5 settembre, trovatomi per caso in comune vengo a conoscenza di una riunione con le forze dell'ordine e il responsabile dei luoghi di lavoro del Comune di Albenga dove vengo invitato a partecipare. Durante la riunione il professionista aveva con sé una planimetria dove indicava controlli e chi più ne ha più ne metta, manco fossimo ad una manifestazione violenta. Continuavo a far presente che si trattava di Consiglio Comunale ma le mie parole non venivano ascoltate. Il pomeriggio alle ore 17.30 veniva depositato presso il Comune di Albenga un piano di sicurezza, come se il consiglio fosse una manifestazione, con steward, estintori transenne antisfondamento ecc... Alla luce di quanto sopra alla sera, alle 20.30, in piazza san Michele erano presenti tutte le forza dell'ordine e delle transenne accatastate davanti al palco chiuso con del nastro".
"Il consiglio va deserto in prima convocazione e il giorno successivo alle ore 14 ricevo una mail con stima di costi esorbitanti per fare il consiglio in piazza. Ora senza entrare nel merito ho valutato i costi contestandoli ai mittenti poichè di tutti i costi preposti solo il contributo alle associazioni di volontariato avrebbero avuto un senso, pari a 150 euro, poichè il servizio steward può essere svolto dai carabinieri in pensione i quali contattati dal sottoscritto mi comunicavano di avere già un impegno ma se lo avessero saputo prima non avrebbero avuto problemi. La cassa e il microfono nel frattempo venivano reperiti dall'ufficio informatica del comune. I costi del consiglio per tanto erano nulli, ma evidentemente qualcuno aveva piacere a far capire che fossero moltissimi. Da questa vicenda noto solo una cosa: questo è uno schiaffo alla democrazia" conclude infine Distilo.