"Pensiamo sia insensato dal punto di vista dei traffici e secondo le regole nazionali".
Così l'ingegnere Roberto Cuneo dell'associazione Italia Nostra all'incontro che si è svolto ieri nella sede della Stella Maris con al centro il progetto legato al rigassificatore che verrà posizionato a 4 km dalla costa di Vado e a 2.9 km da quella di Savona.
Una cinquantina i cittadini che hanno partecipato per avere delucidazioni sulla progettazione e su una collocazione che sta facendo più che discutere.
"La distanza da terra e dai porti di Vado e Savona è assolutamente insufficiente confrontata con quella ritenuta necessaria per la FSRU di Livorno e per gli altri progetti sulle coste italiane (da 8 a 32 km) - dice Cuneo - La realizzazione di un rigassificatore davanti alla spiaggia più estesa ed intatta della Liguria è incoerente con la pianificazione territoriale ed economica di comuni, porto, Provincia e Regione".
Esiste anche un poblema di burden sharing, cioè la suddivisione dei pesi tra le regioni: attualmente la presenza dei rigassificatori in Italia è passata da 2 a 1 in Toscana, da 1 a 2 in Liguria, da 0 a 1 in Emilia e 1 già presente in Veneto.
"La Liguria ha già un rigassificatore, come Toscana, Veneto ed Emilia (in corso di costruzione) per motivi di 'burden sharing' la collocazione di un nuovo rigassificatore va scelta tra le regioni che non ne hanno - ha continuato Cuneo - Un presidente di Regione che va in conferenza Stato-Regioni dovrebbe dire che abbiamo già dato, visto che noi lo abbiamo da più tempo dovrebbe dire di no. È insostenibile questa cosa qua, grida vendetta, non c'è un criterio".
"Italia Nostra è contraria al progetto. Quando si fa un investimento bisognerebbe fare un analisi costi e benefici" ha concluso l'esponente dell'associazione che ha dato poi spazio agli interventi del pubblico.