Chi cerca un amico di cui aveva perso le tracce, chi un ricordo del marito ormai scomparso e chi ricorda le sveglie all'alba per fare il "cubo". Altri dopo anni tornano a Savona per vedere come è cambiata "la nostra caserma".
Sono i membri della pagina Facebook "Caserma Bligy Savona – 16° Battaglione Fanteria" che ha tra gli amministratori Antonio Radogna, l'ultimo comandante del Battaglione.
“Sono stato l'ultimo comandante prima che chiudessero la caserma nel 1991 – spiega Radogna – Pensare alla Bligny che non c'è più è un grande dolore. Ricordo ancora quando ho portato al Vittoriale la bandiera del Battaglione. Purtroppo molte altre caserme sono state chiuse ma per la Bligny, almeno, c'è stato un recupero e ora è un Campus universitario dove si formano i giovani”.
Fino a prima del covid Radogna con altri ufficiali e sotto ufficiali si trovavano a Savona per ricordare i tempi della Bligny. “Lo abbiamo fatto per anni – spiega – e con alcuni di quelli che mi piace chiamare 'ragazzi' sono ancora in contatto. Tempo fa avevamo anche proposte di mettere un cippo dove ora c'è il Campus per ricordare la caserma ma non abbiamo avuto l'autorizzazione dall'Università”.
La caserma Bligny è un ricordo ancora vivo sia nella memoria dei savonesi più avanti con gli anni sia di chi ha fatto parte del 16° Battaglione Fanteria. Sono quasi 2.000 gli iscritti alla pagina Facebook che periodicamente si arricchisce di nuovi iscritti e tantissimi i post.
E sono tante le curiosità come quella di chi arrivava a a Savona destinato alla caserma che veniva chiamata simpaticamente “hotel Bligny”, tanto da essere questa la destinazione indicata ai tassisti, o chi ricorda tra i commilitoni “quel ragazzo “che faceva i soldatini in miniatura" o ancora chi, dopo 30-40 trova il vecchio compagno.
Tra i ricordi, però c'è anche quello terribile dei 13 militari IV Battaglione Car dell'89° Reggimento Fanteria Salerno, di stanza alla Caserma Bligny, morti il 13 luglio 1967 in un incidente a Bergeggi, mentre stavano andando in aiuto dei vigili del fuoco per spegnere un incendio sopra Noli. Poi nel 1991, con la chiusura, la Bligny ha ospitato 900 albanesi dell'esodo di quelli arrivati in Italia, prima di essere trasformata nell'attuale Campus.