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Attualità | 24 agosto 2023, 19:20

“Non vendiamo il libro di Vannacci” e la libreria viene presa di mira dagli haters

Dopo il cartello affisso dalla Ubik sulla vetrina si sono scatenati i “leoni da tastiera” e persone che sono andate apposta davanti alla libreria per urlare insulti e minacce

“Non vendiamo il libro di Vannacci” e la libreria viene presa di mira dagli haters

Quando si spaccia per democrazia la libertà di poter dire quello che si vuole, senza filtri e senza curarsi dell'insulto o dell'offesa. I librai che in tutta Italia hanno affisso ai loro negozi la comunicazione di non vendere il libro del generale Vannacci si trovano a dover fare i conti con insulti e proteste non solo tramite i social, ma anche fisicamente da parte di chi non si accontenta del ruolo del “leone da tastiera” che si nasconde dietro ad un Pc. 

Anche Stefano Milano, titolare della libreria Ubik nei giorni scorsi ha esposto il cartello “in questa libreria non si vende il libro del generale Vannacci”. Anche a Savona c'è chi ha gridato sul social alla “censura” con post al veleno, paragonando la scelta dei librai che non tengono il libro di Vannacci ad un'azione simile a quella dei nazisti che bruciavano i libri. Si sono lette parole come “talebano”, “dittatura nazi comunista” e anche peggio, con post poi cancellati dal libraio. E poi c'è chi ha voluto manifestare di persona la propria “contrarietà” alla decisione di Stefano Milano e al suo diritto di fare semplicemente una scelta di coscienza, senza imporre nulla a nessuno.

Alcune persone sono venute qui davanti al negozio – dice Milano - gridando parole assurde. Una mi ha detto ' se io allo stadio voglio dire negro di m.... Lukaku non è razzismo perché allo stadio si fa. E' opprimente che ci sia chi viene fisicamente nella libreria a manifestare il suo dissenso quando il libro lo può comprare comodamente con un clic su Amazon e nessuno nega loro di comprarlo o leggerlo. Questa è la democrazia. Spacciano per mancanza loro di libertà un'oppressione. La democrazia sta nel non imporre libri alla libreria. Un libro non è come un paio di scarpe. Quando lo sceglie il libraio fa delle valutazioni non solo sul modo in cui è scritto il libro, ma anche sulla base dei diritti delle persone. Per questo sono preziosi i librai perché hanno questo ruolo di filtro”. Ma sui social non sono arrivati solo insulti. Ci sono anche dei lettori che approvano la scelta di Milano e gli hanno manifestato solidarietà.

Elena Romanato

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