"Riconosco che a causa di un mio errore ho dovuto inviare due volte la mail relativa all’interrogazione in questione, cosa per la quale mi scuso. Tengo inoltre a sottolineare che purtroppo, nei giorni problematici, non ero presente sul territorio dove, come ritengo sappia la maggioranza, mi trovo costantemente attivo, in contatto diretto con la cittadinanza e sempre disponibile verso i colleghi consiglieri. Detto ciò trovo fuori luogo e non rispettosi della mia visione dei ruoli sia il tono che il merito delle argomentazioni esposte dal primo cittadino".
È con queste parole che si apre la nota firmata da Giacomo Davide Mattiauda, consigliere comunale di minoranza a Boissano, in replica alle recenti dichiarazioni del sindaco Paola Devincenzi (leggi QUI).
"Ritengo l’uso di parole come maleducazione, ignoranza e disprezzo, unite al rifiuto di concedere considerazione e dalla pretesa di imporre lezioni, un affronto non solo per la mia persona e per il gruppo di minoranza ma addirittura per l’intero paese - prosegue Mattiauda - Infatti penso che in democrazia la maggioranza abbia l’obbligo di governare nell’interesse di tutti e la minoranza di adoperarsi per garantire il buongoverno, sia con la sua funzione di controllo, sia dando voce a chi pensa di non essere ascoltato".
"Non credo quindi che la minoranza possa avere un ruolo passivo, magari consociativo, ovvero in qualche modo 'condiviso' e nel quale tutti sono dalla stessa parte dove nessuno più controlla o propone - aggiunge il consigliere d'opposizione - Situazione che non vorremmo mai vedere. In quel caso il destino sarebbe un declino nel quale si farebbero strada l’inefficienza e lo spreco delle risorse, rischiando di passare per la corruzione e l’incompetenza dato che l’obiettivo non sarebbe premiare chi fa meglio ma chi si adegua".
"È quindi per me un dovere onorare il ruolo che gli elettori mi hanno concesso dando voce alle persone che, allarmate dalle dichiarazioni Facebook di un esponente di maggioranza, hanno più volte chiesto informazioni sulla frana che è stata menzionata e continua a domandarsi quale possa essere stata la causa del disagio".
"È un dovere chiedere informazioni sull’acqua, dichiarata non potabile, ma comunque consumata da centinaia e centinaia di concittadini che non sono stati raggiunti da una comunicazione ritenuta insufficiente e che magari, con un'auto dotata di megafono, come fatto in passato, sarebbero state molte meno - sottolinea ancora il consigliere comunale - Non tutti hanno o sono in grado di usare Telegram e non è giusto scaricare questo obbligo su chi non ce la fa. È un dovere chiedere lumi sulle condizioni dell’acquedotto comunale e del perché non sia stato possibile organizzare un qualche servizio di sostegno almeno ai più deboli".
"Tutte cose da me fatte civilmente nella interrogazione presentata e per la quale ho chiesto una risposta scritta che ritengo doverosa per poter garantire trasparenza verso i cittadini nel tentativo di recuperarne la fiducia nei confronti del consiglio comunale di cui faccio parte e che percepisco in forte calo a partire dalle prime settimane dopo l’insediamento" conclude infine Mattiauda.