"Sono stato, come ogni anno, a Sagralea, grande vetrina dei vini liguri, ma questa volta la mia attenzione è stata catalizzata dalla potente mostra curata da Pino Fragalà che ha portato in esposizione una parte della sua ricca collezione di documenti, fotografie, testimonianze sulla Resistenza nella zona dell’albenganese". così Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale ad Albenga.
"Un patrimonio storico di inestimabile valore che, a quanto mi risulta, troverà spazio nei locali messi a disposizione da Villanova d’Albenga, dopo che un primo tentativo di creare un museo sulla Resistenza ad Albenga è fallito - continua Ciangherotti - Ora Murea (Museo Resistenza Albenganese) è rinata con basi diverse e condivisione di valori e obiettivi da parte di Anpi e Fivl. Ebbene, come consigliere comunale, membro della nuova Murea e aderente alla Fivl, presieduta dall’amico Nicola Nante e da Angelo Mercandelli, chiedo a tutte le forze politiche ingaune di impegnarsi per dare alla ricchissima collezione di Pino Fragalà una sistemazione definitiva ad Albenga".
"Lo dobbiamo come ringraziamento per l’immenso lavoro di raccolta e ricerca fatta da Fragalà in questi decenni - dice il consigliere forzista - lo dobbiamo alle nuove generazioni. Comunque la si pensi, quei documenti, quelle fotografie, quelle testimonianze, che confermano come la Resistenza sia stata fatta da un popolo, non da una fazione, sono la fonte della nostra Democrazia e averle viste ad una ad una ieri nella mostra mi ha fatto tanto riflettere. Non dimenticare è doveroso".
"Un ultimo appunto - prosegue - Nella mostra di Sagralea, che invito a visitare, sono riportate le fotografie di tutte le vittime dell’eccidio alla foce del Centa. Troveranno spazio a Villanova d’Albenga, anche perché una dozzina di loro erano di Villanova. La maggior parte, però, erano di Albenga, e mi spiace non possano essere ricordate nella loro, nella mia città. Tra l’altro due dei martiri sono stati per decenni senza un nome, vittime non riconosciute. Ebbene, una di loro, due anni or sono, ha avuto finalmente un nome Francesco Albi (nome di battaglia Pianta) che, però, non è stato ancora riportato sulle pietre di inciampo posizionate tra la casa ex Incis, quartier generale delle SS e del Boia di Albenga, e la foce. Chiedo al Comune, senza nessuna polemica, di rimediare al più presto e posizionare una nuova pietra di inciampo con il nome del martire".