Attualità - 19 agosto 2023, 11:27

A Savona l'addio a Renata Scotto con un lungo e caldo applauso della sua città (FOTO e VIDEO)

I funerali sono stati officianti questa mattina in Duomo dal vescovo Calogero Marino. Il ricordo del nipote Giacomo: “Donna che guardava al futuro e una savonese nel profondo del cuore”

Foto e video di Luciano Parodi

Un lungo e caldo applauso, come quelli dei più prestigiosi teatri del mondo dove si è esibita, ha salutato Renata Scotto nel suo ultimo viaggio questa mattina in Duomo.

Ed è forse così che l'artista avrebbe voluto andarsene, tra gli applausi del suo pubblico e in particolare di quello di una città, Savona, che l'ha sempre amata e seguita nella brillante carriera di cantante lirica e alla quale la Scotto è sempre rimasta legata, tornando nei suoi ultimi anni, come ha detto il nipote Giacomo ricordando l'artista. Un ricordo che ha suscitato un primo lungo applauso dei presenti in chiesa.

Sono Giacomo, il figlio della sorella di Lorenzo Anselmi, marito di Renata - ha detto il nipote dell'artista - i suoi figli Laura e Filippo hanno chiesto a me di ricordarla. Mi sono detto, ma cosa posso dire, come posso esprimere i sentimenti che ci pervadono in riferimento a un mito, una leggenda".

"Poi mentre venivamo a piedi in Duomo dalla sua residenza in città - ha proseguito - mi è venuto in mente: Renata Scotto, Savona 24 febbraio 1934, Savona 16 agosto 2023. Dopo anni in cui ha goduto di un'arte immensa Renata gli ultimi anni li ha passati qua . Era una vera savonese e lo era nel profondo del cuore. Da quando a 3-4 anni cantava la ninna nanna alle bambole fino all'anno scorso, quando con l'Opera Giocosa ha fatto la regia di Tosca. 89 anni di vita dedicati all'arte, alla musica, all'insegnamento ai giovani. Con Renata c'è una sola verità: guardare avanti, progettare, dedicarsi all'arte, alla musica, alla diffusione di questa stupenda arte. Ed è rimasta savonese nel profondo”.

Durante l'omelia è stata ricordata anche da don Piero Giacosa, amico dell'artista. “Renata era era una donna che amava il futuro - ha detto don Piero Giacosa - che aveva un'idea di quello che si può ancora fare. Non voglio parlare della sua carriera e della sua esperienza pubblica perché ne hanno parlato ampiamente i giornali e ripeterei solo cose a pappagallo".

"Mi piace ricordarla come l'ho conosciuta - ha concluso - una donna. Una donna innamorata del suo lavoro, della sua personalità. Ma non era egoista, sapeva entrare in empatia con gli altri, apprezzava il lavoro suo e il lavoro degli altri. Era una donna che non pensava di essere unica. C'era una parola che risultava spesso in lei ed era grazie. Era una donna affascinata del futuro e gentile. Mentre pensavo a queste parole mela immaginavo in attesa che si alzasse il sipario. Raggiunge il suo Lorenzo”.

All'uscita dal Duomo, forse non pieno come ci si sarebbe aspettati, sono risuonate le note di “Over the raimbow” cantate dalla Scotto che è stata nuovamente salutata da un lungo e solenne applauso del suo amato pubblico.