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Sanità | 12 agosto 2023, 07:00

Piccoli accorgimenti per migliorare la digestione

I consigli di Nutrigenomica da parte di Simona Oberto

Piccoli accorgimenti per migliorare la digestione

Mai come in questo ultimo mezzo secolo l’organismo dell’uomo è stato impegnato a smaltire tossine e scorie di ogni genere. La maggiore o minore efficienza di questo processo di eliminazione condiziona non poco la nostra salute psicofisica, compreso lo stato energetico e la longevità.

La carenza di nutrienti importanti, l’uso di droghe, l'assunzione di cibi sbagliati stanno causando serie difficoltà digestive e una notevole riduzione dell'assorbimento e questa alterazione del nostro apparato gastrointestinale è uno dei fattori che maggiormente influisce sulla capacità detossicante del nostro organismo. Ecco perché è importante che la digestione sia “ottimale”.

Sapete che cosa succede ogni volta che ingerite un cibo? Innanzi tutto, dovete sapere che la digestione inizia nella bocca con la masticazione. Questo specifico movimento è particolarmente importante in quanto invia all'apparato digerente segnali che lo inducono a stimolare particolari secrezioni enzimatiche direttamente nella saliva.

Il cibo poi passa nello stomaco dove ha luogo la prima fase della digestione grazie all'acido cloridrico, poi viene mandato nell’intestino tenue, dove, grazie alla bile e a specifici enzimi, viene ulteriormente scomposto e assorbito. In ultimo, scorie e scarti vengono inviati nel colon e da qui eliminati, attraverso le feci. La digestione dei cibi amidacei come, ad esempio, i cereali comincia nella bocca, dove l'amido inizia ad essere scomposto in zuccheri più semplici, grazie all’enzima ptialina.

Una volta che il boccone viene deglutito lo stomaco inizierà a produrre un succo gastrico debolmente acido, in modo tale che la ptialina possa continuare il suo lavoro di digestione per almeno altre due ore. Solo a questo punto il succo gastrico diventerà più acido per poter iniziare la digestione delle eventuali proteine assunte. Nel “gastro” le grandi molecole delle proteine vengono scisse in gruppi di aminoacidi, grazie anche a una serie di enzimi chiamati proteasi.

La digestione delle proteine prosegue nella prima parte dell'intestino tenue, il duodeno, dove agiscono altri enzimi immessi dal pancreas e dal fegato. Il pancreas è un organo fondamentale della digestione. Al suo interno vi sono cellule specializzate nella produzione di enzimi che scindono grassi, proteine e carboidrati. La produzione di enzimi digestivi è legata a numerosi micronutrienti come, ad esempio, la vitamina B 6 e lo zinco.

Il problema è che un'alimentazione povera di questi micronutrienti spesso determina una cattiva digestione che a sua volta provoca un'alterata assimilazione. In questo caso, nell'intestino tenue rimane del cibo indigerito che stimola la proliferazione di batteri dannosi e di altri microrganismi che possono provocare sintomi come: meteorismo, dolore e gonfiore addominale.

Anche il fegato è fondamentale nella digestione perché invia la bile che aiuta ad emulsionare le grosse particelle di grasso, facilitando il compito delle lipasi, gli enzimi che scindono i grassi, così da renderli pronti all’assorbimento attraverso la parete enterica. Tutto ciò funziona solo se il processo digestivo è “ottimale”: il cibo deve essere scomposto e scisso nei suoi nutrienti primi, questi devono essere assorbiti e inviati alle cellule, mentre le scorie e le tossine devono essere eliminate.

Molte volte mi sono soffermata su quanto sia importante per la nostra salute avere una digestione equilibrata. Occorre aiutare e non contrastare il nostro organismo in questo delicato compito. Dobbiamo imparare a scegliere la materia prima di qualità; il metodo di cottura e di conservazione più idonei; le corrette quantità. Ma questo non basta, per raggiungere una “digestione ottimale” dobbiamo conoscere anche quali sono le giuste combinazioni alimentari. Vi sono cibi che richiedono una digestione lunga e complessa e altri che vengono digeriti più velocemente. Dovete sapere che esistono delle combinazioni alimentari che possono facilitare o ostacolare la corretta digestione.

Questi consigli valgono soprattutto se si è in presenza di difficoltà digestive che si manifestano con la classica sintomatologia gastrointestinale. Partiamo dal presupposto che il nostro stomaco è in grado di produrre succhi gastrici con diverse concentrazioni, con composizioni differenti in relazione alle diverse proteine da digerire. Per molte persone la combinazione di diversi cibi proteici nello stesso pasto può creare problemi.

E' il caso, ad esempio, dell’abbinamento carne e latticini, in quanto il succo gastrico per digerire la carne è molto più acido di quello necessario alla digestione del latticino. Assumendoli nello stesso pasto si rischia che quest'ultimo alimento a contatto con l’iperacidità dello stomaco possa coagulare in grumi che possono contenere frammenti di carne che venendo a contatto col succo gastrico rischiano di passare indigeriti nel successivo tratto intestinale, dando luogo a fenomeni putrefattivi.

Un'altra accortezza, soprattutto se in presenza di sintomi di disbiosi intestinale, è quella di evitare di consumare a fine pasto dolci e frutta, entrambi alimenti che contengono un'alta quantità di zuccheri semplici. Questa tipologia di zuccheri viene digerita nell’intestino, mentre le proteine e gli amidi vengono predigeriti nello stomaco; quindi, se nello stesso pasto ci sono amidi, proteine e zuccheri semplici questi ultimi permarranno nello stomaco per tutto il tempo che occorre a smaltire gli amidi e le proteine, dando luogo a fenomeni di fermentazione che andranno ad ostacolare a loro volta la digestione degli stessi amidi e proteine. E che dire dei grassi? Essi sono gli alimenti più impegnativi da digerire; inoltre, rallentano la digestione degli altri nutrienti.

I più nocivi sono quelli saturi e quelli cotti ad alte temperature. Quando sono associati a proteine ne determinano una lunga permanenza nell'intestino, favorendone la putrefazione. Ecco perché è fondamentale abbinare sempre una porzione di verdura cruda ogni volta che assumete un pasto di proteine e grassi come, ad esempio, nel caso di una bistecca. Ma attenzione! Anche le bevande possono ostacolare il processo digestivo.

E’ il caso del vino e della birra. Esse aumentano notevolmente l'acidità nello stomaco e quindi rallentano la digestione degli amidi (pasta, pane, riso, pizza ecc.) che al contrario necessitano di un ambiente alcalino. Vi consiglio quindi di limitarvi a bere un bel bicchiere di buon vino solo durante i pasti proteici, soprattutto quelli a base di carne e pesce. Altro accorgimento riguarda le bevande acide come, ad esempio, i succhi di frutta, le bevande zuccherate. Non andrebbero assunti con gli amidi poiché questi ultimi hanno bisogno di un ambiente alcalino, ma nemmeno con le proteine perché inibiscono la secrezione acida necessaria per la loro digestione.

Quindi evitate di pasteggiare con questo tipo di bevande. Non otterrete altro che un brusco rallentamento della digestione e darete il via a processi di fermentazione e di putrefazione nell'intestino durante i quali si svilupperanno gas e sostanze tossiche. Abbinamenti alimentari sbagliati, soprattutto se reiterati, nel tempo, comportano un indebolimento delle difese del sistema immunitario e un sovraccarico degli organi emuntori, deputati alla depurazione, come il fegato e i reni. Le alterazioni digestive favoriscono la proliferazione dei germi patogeni che, nel tempo, vi condanneranno non solo ai classici sintomi come cefalea, sonnolenza dopo i pasti, stitichezza, dissenteria, gonfiore addominale, ma anche a malattie che interessano organi apparentemente distanti, rendendovi più suscettibili a infezioni frequenti.

Esistono invece degli accorgimenti che potete adottare per agevolare la digestione di specifici alimenti. Come, ad esempio, quello di aggiungere succo di limone fresco al tè verde: il limone preserverà i potenti antiossidanti contenuti nella bevanda.

Questa, tassativamente fresca, potrebbe essere una ottima scelta per dissetarvi nelle calde giornate estive. Condite le vostre insalate con olio extravergine d'oliva, rigorosamente spremuto a freddo: i grassi “buoni” contenuti nell’olio favoriranno l’assorbimento intestinale dei potenti antiossidanti contenuti soprattutto negli ortaggi ricchi di carotenoidi come le carote, le verdure a foglia verde e i pomodori. Volete migliorare l'assorbimento del ferro? Provate ad associare ad alimenti proteici, come la carne o il pesce, alimenti vegetali, naturalmente ricchi di ferro, come il radicchio verde, gli spinaci, la frutta secca.

Anche l’abbinamento di vegetali crudi, ricchi di vitamina C, aumenta l'assorbimento di questo minerale a livello enterico. Abbinate l’aceto ad alimenti con alto indice glicemico come ad esempio le patate bollite. Esso inibirà l'aumento della glicemia che può verificarsi dopo il loro consumo.

Altra buona abitudine è quella di bere poca acqua ai pasti così da non diminuire la concentrazione dei succhi gastrici indispensabili per una corretta digestione. L’acqua, nelle giuste quantità, va bevuta a piccoli sorsi, lontano dai pasti. Insomma, sono molti gli accorgimenti che potete adottare per raggiungere una “digestione ottimale”, provate ad applicarne qualcuno e vi accorgerete subito della differenza.

Redazione

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