Importanti e attese conferme erano arrivate dall'ultimo incontro con l'attuale ministro della Salute, Orazio Schillaci, dove Regione Liguria aveva confermato l'inserimento dell'opera nel suo piano di edilizia sanitaria. Ora ulteriori conferme arrivano dal presidente Toti, ieri in visita nel Ponente savonese: il nuovo monoblocco per il Santa Corona si farà, anche se restano da affinare i progetti.
L'iter progettuale, in particolare, sta procedendo anche se si parla di un percorso nel quale gli aspetti da valutare sono molteplici: sia sul come rendere la nuova struttura più aggregata e funzionale, ma anche su come poter disporre delle aree e dei volumi già esistenti. Il tutto sfruttando i finanziamenti da oltre 140 milioni di euro messi a disposizione di Regione e Asl2.
"Parliamo di uno dei progetti strategici della sanità regionale - ha confermato il governatore - è stato finanziato interamente dal decreto ministeriale del premier Draghi nel settembre del 2022 e che verrà realizzato per costruire un nuovo monoblocco integrato alle palazzine esistenti che sarà DEA di II Livello per un'area ottimale vasta come quella di Savona, integrato agli altri ospedali di Albenga, di Cairo e ovviamente al San Paolo di Savona".
Per questo ogni aspetto è ora al vaglio dei tecnici, il che rende necessario "ancora qualche tempo per elaborare il progetto definitivo" ha aggiunto Toti, spiegando come però le preoccupazioni dell'Amministrazione regionale siano soprattutto altre.
Ad esempio la carenza di professionalità da inserire nelle strutture per evitare l'effetto scatola vuota, non solo in Liguria e causate da "una programmazione universitaria sbagliata e anche un contratto collettivo nazionale dei medici, dei tecnici e degli infermieri che non garantisce la migliore produttività del sistema e fa sì che oggi non abbiamo tanto bisogno di case della salute, ospedali di comunità e nuovi ospedali, già comunque previsti e finanziati e che comunque faremo, ma di personale", ha aggiunto Toti.
Serve quindi che "ospedali nuovi fiammanti siano anche pieni di medici, altrimenti saranno poco utili: ci può essere la miglior programmazione del mondo ma se noi abbiamo bisogno di anestesisti, di oculisti, di ginecologi, di ostetriche e questi non arrivano nei concorsi, gli ospedali nuovi restano vuoti e i contratti non ci consentono di incentivare a sufficienza le persone che, in crisi di vocazione, non vogliono ricoprire quei ruoli. Così come i medici di famiglia nelle aree meno produttive e abitate del nostro territorio".
"Prima ancora che costruire nuovi ospedali bisogna cambiare le nostre regole e formare il nuovo personale, cosa che non avverrà né domani né dopodomani ma all'interno di un piano almeno quinquennale, tanto quanto dura una specialità in medicina. Però credo che si sia imboccata la strada giusta e con grande pazienza con grande impegno cercheremo di dare risposte a tutti i bisogni" ha chiosato toti.