Non solo le ormai annose questioni andorese, dove ieri l'ennesima riunione ha portato amministrazione e associazioni anche di esercenti a chiedere maggiori investimenti a Rivieracqua per garantire la fornitura idrica, e dei centri dell'entroterra ingauno come Arnasco.
Negli scorsi giorni nel savonese ad aggravarsi è stata anche la crisi idrica a Giustenice, dove quest'oggi (11 agosto, ndr) il presidente Toti ha partecipato a un'iniziativa turistica e da dove non poteva quindi esimersi di affrontare, ai nostri microfoni, la questione.
Innanzitutto sottolineando quelli che al momento sono stati in questa porzione di Liguria le scelte di spese infrastrutturali: "Stiamo investendo oltre 30 milioni per rifare l'intero acquedotto di Ponente, un qualcosa che questa regione aspettava da anni - ha detto Toti - Sono poi stati oltre 450 i milioni investiti per venire in soccorso dei piccoli Comuni che sono in garanzia e quindi non hanno mai aderito a nessun consorzio idrico".
Proprio su questo si è dunque soffermato il governatore: "Dovremmo fare un ragionamento - ha spiegato - è evidente che quelli che sono i vantaggi nelle stagioni di acqua abbondante, ovvero pagare zero l'acqua per i cittadini, diventano un problema quando la risorsa idrica scarseggia se non si fa parte di un grande conglomerato d'investimento".
La soluzione secondo il presidente è chiara: fare in modo che "tutti i comuni ad oggi in sistema di salvaguardia dovranno decidersi di aderire agli Ato idrici e quindi agli investimenti di larga scala. Abbiamo chiesto anche al ministro Fitto ulteriori 200 milioni per mettere in sicurezza le reti idriche del territorio ma bisogna che i Comuni vi partecipino".
Una prima soluzione tampone coi ristori arrivati nelle ultime ore dalle autobotti delle vicine sezioni di Protezione Civile quindi, dopodiché "serviranno soluzioni strutturali che non saranno a costo zero per i Comuni e i cittadini ma garantiranno estati più serene per tutti".