“Per scegliere il nuovo Amministratore delegato di Iren avevano scomodato, inutilmente, persino una società ‘cacciatrice di teste’ (la Spencer Stuart), quando era sufficiente ascoltare qualsiasi cittadino per capire come fosse chiaro che la persona individuata da tempo per sostituire il dimissionario Gianni Vittorio Armani, nel frattempo passato ad Enel, fosse Paolo Emilio Signorini”. Ad affermarlo Davide Natale, segretario del Partito Democratico della Liguria, e Simone D’Angelo, segretario del Partito Democratico metropolitano di Genova.
“Una scelta che non sarà senza conseguenze: la prima perché i sindaci di Torino e Reggio Emilia, per accettare la nomina proposta da Bucci, hanno preteso per i propri due rappresentanti, rispettivamente il Presidente e il Vice Presidente di Iren, da loro nominati, deleghe che dalla costituzione della società a oggi non hanno mai avuto (per il primo deleghe nell’area finanza e delle relazioni con gli investitori e per il secondo nell’area del personale). Torino e Reggio Emilia in questo modo si sono rafforzati a discapito del ruolo di Genova. Per Signorini è stato stabilito un ruolo gestionale. Per Bucci tutto questo non ha nessuna importanza.
La seconda conseguenza – proseguono - è il commissariamento del porto in un momento di grandi trasformazioni e di grandi progetti da realizzare grazie alle risorse del PNRR, del Fondo Complementare, dei Fondi ministeriali, ipotetici trasferimenti, il nuovo rigassificatore a Vado Ligure e la ZLS (zona logistica semplificata) ancora al palo.
È inspiegabile come non si sia percorsa la strada di nominare un manager che mantenesse a Genova un ruolo fondamentale nella gestione della società, visto tra l’altro anche i molteplici interessi industriali presenti nelle altre province liguri, e allo stesso tempo non si toccassero gli equilibri di gestione del porto anzi se ne rilanciasse l’azione. Ora si apre lo scenario del commissariamento dell'Autorità di Sistema del Mar Ligure Occidentale. È fuori dubbio che non potrà essere un commissariamento lungo – concludono -, perché abbiamo bisogno che venga mantenuto il ruolo anche delle comunità locali, Genova e Savona, per affrontare le sfide che il mondo portuale sta vivendo”.