Politica - 10 agosto 2023, 10:38

Pietra, Carrara: "Senza depurazione non si devono pagare gli oneri in bolletta, lo stabilisce la Cassazione"

Il consigliere di opposizione contro il sindaco De Vincenzi: "Sostiene le tesi di Servizi Ambientali secondo cui si deve pagare sempre e comunque"

 

"Una recentissima sentenza della Corte di Cassazione interviene ancora e statuisce circa i costi della depurazione imposti nelle bollette dell'acqua; ciò mi è stato segnalato anche da molti cittadini, contenti e confortati dal fatto che quello che stiamo dicendo e scrivendo da mesi è tutto vero, fondato e non sono chiacchiere, come invece vorrebbero Sindaci come quello di Pietra Ligure, De Vincenzi"

Cosi commenta Mario Carrara, consigliere di opposizione a Pietra Ligure, che aggiunge: "Questa sentenza è solo l'ultima di una serie omogenea e coerente della Corte di Cassazione che stabilisce e riconferma che se non c'è la depurazione non se ne devono pagare i costi nella bolletta dell'acqua". 

"Infatti, anche seguendo un ragionamento elementare: perché si dovrebbero pagare i costi a corrispettivo di un servizio che non viene dato? Queste sentenze si uniformano alla "sentenza-madre" n⁰335 della Corte Costituzionale che stabiliva questo principio già nel 2008. È esattamente quello che, per Pietra Ligure e la Valmaremola, sosteniamo noi in Consiglio, nelle assemblee pubbliche e sugli organi d'informazione da alcuni anni". 

"Ma che il sindaco De Vincenzi, in Consiglio comunale, ha osteggiato dicendo che non era vero e che noi facevamo solo delle provocazioni e facile propaganda, illudendo e confondendo la gente. Sostenendo lui le stesse tesi di Servizi Ambientali per cui si deve pagare sempre e comunque", prosegue. 

"Quello che è inquietante è che le società gerenti i servizi idrici, pur conoscendo bene le situazioni locali dove la depurazione non viene effettuata per mancanza dei collegamenti dei territori coi depuratori o per l'inadeguatezza della capacità degli stessi depuratori a "depurare", esse siano andate avanti per anni, imperterrite, e tuttora lo stiano facendo, a richiedere soldi nelle bollette per un servizio che esse stesse sanno benissimo che non prestano. Infischiandosene altamente del fatto che tutta una giurisprudenza, fin dal 2008, stabilisca a chiare lettere l'illegittimità di un comportamento del genere ed il diritto dei cittadini utenti a NON pagare o, se l'avessero fatto, ad essere rimborsati". 

"Passata l'estate faremo un'assemblea pubblica nella quale chiunque voglia farsi rimborsare le quote di depurazione pagate negli ultimi dieci anni indebitamente (dal 2013 al 2023), può iniziare l'azione di recupero. Chi ne ha interesse raccolga tutte le bollette fino a 2013 e, calcolando che circa un terzo del totale delle stesse corrisponde alle quote della depurazione non dovuta, veda quali cifre potrebbe ottenere in rimborso. Ci faremo assistere dai legali specializzati di chi tutela i consumatori in questo settore idrico". 

"Fa specie che il sindaco di Albenga Tomatis, una volta tanto che c'è una sentenza inequivocabilmente a favore dei suoi cittadini, eviti di commentarla: dovrebbe essere il primo a gioirne; anche perché si tratta del fatto che, da quel che leggiamo nell'articolo, per 245,50 euro un cittadino è stato costretto ad arrivare fino alla Corte di Cassazione dalla protervia di coloro che gestiscono i servizi idrici che, a quanto pare, forse speravano che, visti i costi rilevanti di giudizio, il cittadino si scoraggiasse e rinunciasse; pur, supponiamo, nell'intima consapevolezza che "la ragione" fosse dalla parte del cittadino stesso; ora, però, visto che hanno trovato un tipo "tosto" e risoluto, che è andato avanti deciso ed ha vinto, a pagare tutte le spese legali e di giudizio saranno le stesse società "idriche": ma saranno le "società" a pagare, non i loro dirigenti che, incautamente, le hanno trascinate in una vicenda giudiziaria, dall'esito finale pressoché scontato, solo per protervia nei confronti di un utente", continua. 

"Tuttavia, prendiamo atto che, da dichiarazione del sindaco di Albenga, là, almeno, ad Albenga, dal 2017, le quote della depurazione sono state tolte dalle bollette. Invece, a Pietra Ligure, città amministrata da De Vincenzi, la depurazione, nonostante non esista per il 70% del suo territorio, si continua a pagare ininterrottamente nelle bollette dell'acqua: anche oggi. Ma lo stesso De Vincenzi, come detto, in Consiglio comunale ha sostenuto la legittimità delle bollette "caricate" della depurazione, anche se inesistente". 

"Ora la parola non è più di sindaci o di chi, a parole, dice di essere dalla parte dei cittadini mentre, nei fatti, "tiene" per le società dei servizi idrici. Adesso, la parola è dei cittadini e dei loro avvocati. Lo vedremo prossimamente", conclude Carrara. 

 

Redazione