Attualità - 07 agosto 2023, 15:03

Un progetto contro caporalato e lo sfruttamento lavorativo con capofila il Comune di Savona

Si chiama “Common ground” il progetto di azioni interregionali, finanziato dal ministero del Lavoro e politiche sociali, per prevenire caporalato, lavoro irregolare e quello sommerso

“Common ground” è un progetto che vede unite la Regione Liguria con Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte (quest’ultima nel ruolo di capofila), finalizzata a “prevenire e contrastare forme di distorsione del mercato del lavoro (lavoro irregolare, lavoro sommerso, caporalato, sfruttamento lavorativo) promuovendo in tutti i settori economici la cultura della legalità e della sicurezza, mediante lo sviluppo di interventi per favorire l’integrazione sociale, sanitaria, abitativa e lavorativa di cittadini di paesi terzi vittime e potenziali vittime di sfruttamento lavorativo”.

Sul territorio provinciale l'ente capofila per l'attuazione del progetto, finanziato per 240.000 euro, è il Comune di Savona, in quanto a capo della Conferenza dei sindaci dell'Asl2. Palazzo Sisto ha indetto un avviso di manifestazione di interesse per l’individuazione di soggetti del Terzo Settore, in possesso dei requisiti generali e specifici, che manifestino la disponibilità alla co-progettazione ed alla gestione delle azioni e degli interventi del progetto.

Ad aggiudicarsi il bando è stata la Fondazione Diocesana Comunità Servizi Onlus. Le azioni del progetto rientrano nell'ambito dell’Asse prioritario 3 “Sistemi e modelli d’intervento sociale” del Programma Operativo Nazionale (PON) “Inclusione”, relativo all’attuazione dell’obiettivo tematico 9 “Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà ed ogni discriminazione”.

Il programma persegue l’obiettivo dei Progetti integrati di inclusione attiva rivolti alle vittime di violenza, di tratta e grave sfruttamento, ai minori stranieri non accompagnati vicini alla maggiore età, ai beneficiari di protezione internazionale, sussidiaria ed umanitaria ed alle persone a rischio di discriminazione.

In particolare dovranno essere fatti interventi di supporto all’integrazione sociale, sanitaria, abitativa e lavorativa di cittadini di paesi terzi vittime e potenziali vittime di sfruttamento lavorativo.