Politica - 18 luglio 2023, 19:16

Savona, in 500 scendono in piazza in difesa della sanità pubblica (FOTO e VIDEO)

Il Savonese risponde all'appello della Cgil aderendo alla manifestazione “Pronto soccorso in codice rosso” in piazza Pertini a Savona. Secondo il sindacato nell'Asl mancano 200 lavoratori della sanità

Liste d'attesa interminabili, pronto soccorso sovraffollati, personale minacciato da pazienti, compreso un primario, che non ne possono più. Insomma una sanità al collasso. Sono i temi affrontati oggi nella manifestazione organizzata dalla Cgil “Pronto soccorso in codice rosso”, perché, come ha spiegato il segretario della Camera del Lavoro Andrea Pasa, tutti questi problemi vanno poi a ricadere sui pronto soccorso.

Le persone non sanno come curarsi – ha detto Pasa - e allora si rivolgono ai pronto soccorso che non ne possono più. Secondo dati recenti dell'Asl, una visita oculistica può richiedere fino a 240 giorni di attesa - ha detto Andrea Pasa segretario della Camera del lavoro - per una dermatologica si aspetta fino a 330 giorni, una TAC addominale fino a 170 giorni, la risonanza magnetica diventa  accessibile con la prescrizione di tipo B da 2 fino ai 3 mesi; anche in questo caso non ci sono disponibilità per gli altri tipi di prescrizione e mancano addirittura le disponibilità”. 

Tra i presenti anche alcuni sindaci come Roberto Molinaro di Cosseria, Rodolfo Mirri di Carcare, Nicola Isetta di Quiliano, il sindaco di Cisano e vice presidente della Provincia Massimo Niero, e il sindaco di Savona Marco Russo. “La sanità pubblica è fatta del lavoro di medici, infermieri, personale sanitario che con competenze, passione, umanità lavora per tenere alto questo servizio – ha detto Russo – La Regione oggi non presenta risposte adeguate alla situazione che abbiamo di fronte. C'è bisogno che i Comuni facciano la loro parte”.

Negli interventi anche quelli di Nadia Bertetto del Comitato sanitario locale Valle Bormida: “L'ospedale di Cairo è stato bullizzato - ha dichiarato Bertetto – In val Bormida, un bacino di 40 mila persone, è stato tolto il diritto alla salute e alla vita. La Regione ha provato a svenderci ai privati e ora siamo in una situazione che non è dignitosa per i diritti umani”. Giampiero Storti del Comitato amici del San Paolo ha messo in evidenza le criticità degli ospedali del Savonese, i due che saranno trasformati in case di Comunità e San Paolo e Santa Corona.

Il personale è esausto – ha detto Storti – gli infermieri non sanno dove girarsi e  come fare ad andare avanti. Gli operatori vengono maltrattati dai pazienti, è appena successo ad un primario. I tumori non vengono operati e al San Paolo e al Santa Corona mancano specialità per essere Dea di I e II secondo livello, a tutti e due ne manca un pezzo. Dobbiamo renderci conto che Genova si mangerà tutto, non è un problema di campanilismo ma storico e da qui in avanti sarà sempre peggio”. Sono poi seguite le testimonianze di Simone Gaggero del comitato Salute Pubblica e di Laura Di Guida, infermiera di pronto soccorso del San Paolo che ha descritto la difficile situazione in cui si trovano i reparti di emergenza urgenza.

Ha chiuso Maurizio Calà segretario regionale di Cgil Liguria: “Questa mobilitazione è la quarta sul territorio ligure – ha affermato Calà – e vogliamo alzare i riflettori sulla sanità della nostra regione. La Liguria è la prima regione del Nord per mobilità sanitaria. Molti liguri vanno fuori regione a curarsi perché qui non trovano risposta ai loro problemi di salute, sul territorio manca l’assistenza sanitaria e per questo i cittadini si rivolgono ai pronto soccorso. Diciamo alla Regione che nel piano socio sanitario si parla troppo di futuro e non di presente”.

La diretta di Savonanews:

 

Luciano Parodi - Elena Romanato