Attualità - 17 luglio 2023, 07:27

Confraternite liguri all’Illuminata di Cuneo in onore della Madonna del Carmine

Alla processione di sabato 15 luglio presenti i Disciplinati di San Giovanni Battista di Loano e l’Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio di Sassello

In foto alcuni momenti della processione della Madonna del Carmine, a Cuneo

Una notte di preghiera e di emozioni. Un tuffo nel passato, la grande gioia testimoniata dalla pletora di camici, medaglioni, cordoni, stendardi, crocifissi che ha invaso il centro di Cuneo sabato 15 luglio.

Dalle plurisecolari Confraternite della Misericordia e della Santissima Trinità di Bra, passando per la Confraternita della Pietà di Savigliano e dei Battuti Rossi di Fossano, fino alla Confraternita di San Giuseppe di Valgrana e alla veneranda Confraternita della Santissima Annunziata di Bernezzo. E poi, la Nera di Villafalletto, ma anche l’Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio di Sassello, la Confraternita dei Disciplinati di San Giovanni Battista di Loano e tante altre realtà di pie tradizioni.

La processione della Madonna del Carmine, sotto il cielo dell’Illuminata, è diventata una sfilata di donne e uomini devoti, che hanno così espresso al tempo stesso la propria fede ed il proprio spirito di appartenenza ad una comunità.

Per tutta la serata si è respirato un clima di fedeltà ancestrale, confessionale. Basti pensare che si aveva traccia delle confraternite già in epoca romana, quando erano esclusivamente composte da membri del clero, mentre quelle costituite da laici si formarono nel XII secolo, in epoca comunale, per assistere gli infermi, aiutare i poveri, gli orfani, le ragazze di strada, i carcerati, i prigionieri di guerra da riscattare.

Questo appuntamento, ora come allora, ha richiesto fatica, impegno, passione: fosse solo perché ciascuno ha dovuto preparare il suo abito, gli accessori per essere impeccabile. E poi, i crocifissi fino a 120 kg di peso ed i gonfaloni, alzati e retti con orgoglio nell’apposita imbracatura. Mantenere vivo tutto questo rituale costa più di un sacrificio. A dimostrazione della generosità di queste associazioni, nate per non dimenticare le tradizioni locali.

Il carro processionale è stato scortato dal clero locale, guidato dal vescovo di Cuneo, monsignor Piero Delbosco, dal vescovo emerito di Saluzzo, monsignor Giuseppe Guerrini e dal vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti. Nel corteo, con la fascia tricolore, ha sfilato il sindaco, Patrizia Manassero, insieme al prefetto, Fabrizia Triolo e altre autorità civili e militari.

Al passaggio della Santa effigie i fedeli hanno affidato le proprie speranze alla Vergine, tra canti, segni di croce e lodi dedicati alla Madonna del Carmelo. Tutti con lo sguardo all’insù, per le luci floreali che hanno riflesso le corolle variopinte disegnate al suolo dai petali dell’infiorata.

«Dove c’è Maria c’è luce, perché Cristo è luce, dove c’è Maria tutto fruttifica. Lasciamo che la Madonna ci guidi nel cammino che ha come traguardo la pace», questa l’esortazione che monsignor Malvestiti ha consegnato ai presenti prima della solenne benedizione.

Il ritorno della Santa Madre nella chiesa di San Sebastiano ha segnato l’ora del momento più intimo della preghiera, che si è chiusa con una carezza alla preziosa immagine. Scampoli di una tradizione di cui si ha memoria già dal 1600 e che unisce le generazioni nell’abbandono totale al sollievo della Madre di Dio.

Origini della festa

La festa liturgica della Madonna del Carmelo fu istituita per commemorare l’apparizione del 16 luglio 1251 a San Simone Stock, all’epoca priore generale dell’Ordine carmelitano, durante la quale la Madonna gli consegnò uno scapolare (dal latino scapula, spalla) in tessuto, rivelandogli notevoli privilegi connessi al suo culto.

Proprio a San Simone Stock, che propagò la devozione della Madonna del Carmelo e compose per Lei un bellissimo inno, il Flos Carmeli, la Madonna assicurò che a quanti si fossero spenti indossando lo scapolare sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio, affermando: «Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo». La consacrazione alla Madonna, mediante lo scapolare, si traduce anzitutto nello sforzo di imitarla, almeno negli intenti, a fare ogni cosa come Lei l’avrebbe compiuta.

La storia

La devozione alla Beata Vergine Maria del monte Carmelo ha origini molto antiche.

Il primo profeta d’Israele, Elia (IX sec. a.C.), dimorando sul Monte Carmelo, ebbe la visione della venuta della Vergine, che si alzava come una piccola nube dalla terra verso il monte, portando la pioggia e salvando Israele dalla siccità. In quella immagine tutti i mistici cristiani e gli esegeti hanno sempre visto la Vergine Maria, che portando in sé il Verbo divino, ha dato la vita e la fecondità al mondo.

Un gruppo di eremiti, i “Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”, costruirono una cappella dedicata alla Vergine sul Monte Carmelo. I monaci carmelitani fondarono, inoltre, dei monasteri in Occidente. Il 16 luglio del 1251 la Vergine, circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve al primo Padre generale dell’Ordine, San Simone Stock, al quale diede lo “scapolare” col “privilegio sabatino”, ossia la promessa della salvezza dall’inferno, per coloro che lo indossano e la liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte.

Il Privilegio Sabatino

Dall’apparizione a San Simone Stock passò un secolo, e la Madonna del Carmine si fece vedere nuovamente, ma questa volta da un Pontefice, Giovanni XXII, chiedendo al Papa di pregare per tutti quelli dell’Ordine del Carmelo, promettendo in cambio di liberare il sabato seguente, tutti i confratelli dalle fiamme del Purgatorio. Il beneficio concesso dalla Vergine del Carmine, prese il nome di “Privilegio Sabatino” nome che deriva proprio dalla Bolla Sabatina che il Pontefice firmò in data 3 Marzo 1322. Nel 1910, fu Papa Pio X che con un decreto della Santa Congregazione del Sant’Ufficio del 16 dicembre 1910, concesse di sostituire lo scapolare con una medaglia che da un lato rappresenta il Sacro Cuore e dall’altra l’immagine della Vergine, preferibilmente del Carmine.

Consacrazione alla Madonna del Carmelo

Ancora oggi è possibile usufruire della Grande Promessa (fatta a San Simone Stock), ma occorre ricevere lo scapolare da un sacerdote autorizzato, indossarlo sempre e iscriversi nei registri della Confraternita, mentre per ricorrere al Privilegio Sabatino, è necessario rispettare la castità e recitare delle preghiere che il sacerdote determina nell’atto di consegnare lo Scapolare. La consacrazione alla Madonna, mediante lo scapolare, si traduce anzitutto nello sforzo di imitarla, almeno negli intenti, a fare ogni cosa come Lei l’avrebbe compiuta.

Il Monte Carmelo

Spesso i titoli della Vergine si riferiscono a delle sue azioni, a delle qualità, a degli atteggiamenti, a dei titoli o a degli eventi storici, la Madonna del Carmine deve il suo titolo al nome del Monte Carmelo. Il Monte Carmelo, dove la tradizione afferma che qui la sacra Famiglia sostò tornando dall’Egitto, è una catena montuosa nell’Alta Galilea, una regione dello Stato di Israele e che si sviluppa in direzione nordovest-sudest da Haifa a Jenin. Da sempre esaltata nella tradizione biblica come il più bello dei monti, è definito “il giardino fiorito di Dio”, dall’etimologia aramaica del suo nome “Karmel” cioè “giardino”. Non è un caso che tutti i conventi carmelitani abbiano annesso un giardino. Il titolo di Madonna del Carmine rappresenta quindi la volontà di Dio di raccontare la Bellezza.

Iconografia

Sempre rappresentata con Gesù Bambino in braccio o in grembo che porge lo “scapolare”, e con la stella sul manto (tipica nelle icone orientali per affermare la sua verginità), è onorata anche come “Madonna del Suffragio” e a volte è raffigurata mentre trae dalle fiamme dell’espiazione del Purgatorio le anime purificate, in virtù della promessa fatta al priore Stock per mezzo dello scapolare.

Silvia Gullino