Nei giorni scorsi c'è stato un sopralluogo per verificare i possibili utilizzi dell'immobile da parte di un gruppo di imprenditori del Piemonte. Non è la prima volta che ci sono imprenditori interessati all'ex Bankitalia che si torva in una zona centrale e di prestigio in città, ma i precedenti contatti non si sono mai concretizzati. L’immobile, sottoposto al vincolo di interesse storico-artistico, ha una superficie di circa 5mila metri quadrati, di cui 3mila 80 con destinazione d’uso terziario. Ma ad attirare eventuali compratori sarebbe la parte destinata ad uso residenziale, di 1.920 metri quadrati .
Il corpo principale dell’immobile, costruito nel 1870, comprende un piano seminterrato, un piano rialzato più altri tre piani di cui l’ultimo sopraelevato nel 1952. Le due ali, costruite nel 1952, comprendono un piano seminterrato, un piano rialzato, un piano ammezzato e un solo sopra a quello ammezzato. L’edificio ha inoltre un cortile interno, con ampio passo carrabile e accesso da Via Astengo e un’autorimessa di servizio può contenere fino a 4 auto.
Quando fu costruito l’edificio, nel 1870, l'allora sindaco Corsi impose il rispetto di una norma : se caso Bankitalia avesse deciso di chiudere la sede, il Comune sarebbe stato indennizzato per la rinuncia all'esercizio del diritto di riscatto previsto nella convenzione originaria. E così, in base al vecchio atto notarile, quando nel 2010 la sede di piazza Mameli è stata chiusa l'amministrazione comunale è riuscita a farsi riconoscere come risarcimento 5,5 milioni di euro.