Un giovane cinghiale zoppicante, forse per l’impatto con un’auto mesi fa, si aggira nei boschi savonesi, in una zona che i volontari dell’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) tengono segreta, ma riesce a seguire il suo branco, costituito da una femmina adulta, la matriarca, dalle sue figlie e sorelle e dai suoi cuccioli.
"La capobranco guida il gruppo lungo percorsi a lei noti ma si ferma ogni tanto ad attendere il giovane claudicante, che ha sempre vicino una delle femmine (nella foto a destra), che lo assiste. E’ la civiltà animale, prova della reciproca empatia e dei loro intensi rapporti sociali - spiegano da OSA - Altra regola ferrea è che solo la matriarca si può accoppiare e partorire: con l’emissione di feromoni inibisce l’estro delle femmine del branco e che, a sua volta è regolato dai feromoni di un vecchio maschio solitario (o accompagnato da alcuni giovani, gli scudieri), il salengano, che controlla un territorio abitato da diversi branchi di femmine e cuccioli".
La regola mantiene stabile il loro numero e lo lega inoltre alle risorse del territorio; ma se viene turbata da eventi esterni come la caccia, i branchi si disgregano, matriarche e salengani vengono spesso uccisi e tutte le femmine vanno in calore e si accoppiano e partoriscono numerose cucciolate: ecco la ragione scientifica per cui la caccia, invece di ridurne il numero, lo moltiplica.
Secondo OSA quindi "le battute di caccia in corso, che oltretutto danneggiano la fauna selvatica che sta curando i nati in primavera, promosse dal commissario alla peste suina e dalle regioni rischiano di provocare risultati opposti agli scopi perseguiti di ridurne drasticamente la presenza, rendendo inutile ogni uccisione di cinghiali; e rischia di favorire la diffusione della peste suina in territori finora indenni".
"E’ questa la barbarie umana – accresciuta dall'orrore del recente piano ministeriale di “controllo” della fauna selvatica - che prosegue imperterrita nei suoi errori e servirà solo a riempire i frigoriferi dei cacciatori di carne di cinghiale, invece di attuare quel che pur prescrive la legge vigente sulla caccia; e cioè che per risolvere problematiche faunistiche occorre dare la priorità a sistemi ecologici, come gli studi di campagne di immunocontraccezione con moderni vaccini, che azzerano la fertilità delle femmine per anni", concludono da OSA.