Si è tenuto nella mattinata odierna, presso la sede del Comune di Giustenice, l’evento di presentazione delle Aree Wilderness Alta Val Maremola e Monte Carmo (Giogo di Giustenice).
Per l'occasione erano presenti, oltre ai sindaci dei Comuni coinvolti nel progetto Giustenice e Magliolo, Mauro Boetto ed Enrico Lanfranco, l’onorevole Francesco Bruzzone e il segretario generale dell'associazione italiana Wilderness Franco Zunino. All'iniziativa hanno assistito diverse autorità del comprensorio e una rappresentanza dei carabinieri forestali di Loano.
"Potrebbe essere vissuta come un'innovazione, quella di queste aree, che parte non da divieti dall'alto come per i parchi, spesso mal sopportate dalle popolazioni locali, ma sono anzi aree dove l'uomo può continuare a fare quell'attività di conservazione agro-silvo-pastorale che ha sempre fatto - ha detto il deputato del Carroccio - Le aree belle, dove si vogliono fare dei parchi, sono così perché l'uomo le ha mantenute così. Non possiamo mettere dei vincoli e andare a togliere l'attività dell'uomo perché così quegli ambienti, e ne abbiamo moltissimi esempi, vanno incontro al degrado".
Come nei casi, sottolinea Bruzzone, dei cosiddetti santuari faunistici: "La biodiversità va salvaguardata, l'uomo ne fa parte e deve avere un ruolo importante anche per quanto riguarda la gestione della fauna selvatica".
Ma che cos'è una Area Wilderness?
L'Area Wilderness è un luogo protetto prevalentemente privo di strade e di moderne costruzioni, e può più comprensibilmente tradursi con "spazio selvaggio". La denominazione ha origini americane ed è legata ad un concetto di conservazione dell'ambiente naturale che mira alla salvaguardia degli ultimi territori non antropizzati mediante un duraturo vincolo di tutela.
L'Area Wilderness ha quindi lo scopo di preservare un settore di montagna che possiede ancora le succitate caratteristiche, affinché esse possano perpetuarsi per sempre per tutte le generazioni a venire quale patrimonio culturale e storico della civiltà locale.
Basate su di un moderno concetto di conservazione della natura, e sorte sulla scia di un movimento mondiale per la difesa degli spazi selvaggi rimasti sul Pianeta, le Aree Wilderness sono l'espressione di una filosofia ambientalista che ha le sue radici nel pensiero del filosofo Henry David Thoreau e del conservazionista Aldo Leopold, ed hanno la loro ragione spirituale e materiale d'essere nell'oculato uso di questi spazi da parte dell'uomo quale membro integrante ed attivo del ciclo vitale.
Nell'adattamento europeo del "Concetto di Wilderness" le utilizzazioni delle risorse naturali rinnovabili (pascolo, taglio dei boschi, caccia e pesca), possono continuare ad essere espletate, alla sola condizione che si usino metodi compatibili e si effettuino prelievi razionali ed equilibrati, a meno che le aree non siano soggette ad altre forme di vincoli o divieti.
In Italia questa nuova forma di tutela dell'ambiente, diffusa e promossa dall'Associazione Italiana per la Wilderness, avviene nel rispetto delle più elevate regole della democrazia, ovverosia come espressione della volontà popolare attraverso i Consigli Comunali o per libera scelta dei proprietari fondiari e degli enti preposti alla gestione dei suoli demaniali. Tutte queste Aree fanno parte del Sistema delle Aree Wilderness Italiane curato dalla suddetta associazione.
Cosa si preserva nell'Area Wilderness Alta Val Maremola e Monte Carmo (Giogo di Giustenice)
Il valore selvaggio e naturalistico di queste Aree Wilderness è elevatissimo, e, per la loro biodiversità, la fa annoverare al primo posto tra le ormai quasi oltre 80 Aree Wilderness designate in Italia, in 12 Regioni e ben 25 Province; ciò in quanto vi sono presenti innumerevoli specie rare ed endemiche della flora e della fauna alpina. Così come lo è la loro bellezza paesaggistica e scenografica per la loro posizione dominante sul grande arco della riviera ligure occidentale.
Le due Aree Wilderness comprendono le parti più selvagge rimaste nell'Alta Val Maremola, dai circa 100 m del Rio Maremola nella parte più bassa, ai 1389 del Monte Carmo (l'ultima vera montagna alpina della Liguria), ai 1335 m del Bric Agnellino e ai 1072 dello spettacolare Bric Aguzzo. A nord comprende anche la Costa dei Balzi Rossi, già da qualche anno attrezzata con una ferrata per una risalita alpinistica — che è comunque di minimo impatto urbanistico.
A parte qualche tratto di pascolo, le aree sono rivestite da una densa macchia boschiva. Con in basso boschi cedui di Carpino nero e Roverelle ed altre specie meno frequenti della faces montana, e faggete fino alle vette maggiori, per alcuni tratti anche ad alto fusto. Non mancano aceri, roveri e betulle. In alcuni angoli rupestri sulle pendici più basse compaiono anche nuclei di Leccio e modesti tratti di macchia mediterranea.
Dallo stretto punto di vista naturalistico, quest'area geografica rappresenta una realtà biogeografica unica, dove una grande varietà di specie di flora e di fauna tipicamente alpine giungono qui all'estremità orientale della loro distribuzione e dove esse si vengono ad incontrare con quelle tipicamente appenniniche (il limite geografico tra le due catene montuose è infatti stato stabilito poco più di una decina di chilometri più a nord, nel famoso Colle di Cadibona o Bocchetta di Altare). Una presenza anche influenzata dalla stretta vicinanza della costa marina, quindi con le relative specie climaticamente affini. In moltissimi casi si tratta di vere rarità, spesso anche endemismi reperibili solo qui o in pochi altri luoghi, cosa che rende queste montagne una vera e propria nicchia biogeografica.
Particolarmente rilevante è la presenza di un piccolo nudeo di Camoscio alpino (Rupieapra rupicapra) e la segnalazione del Rododendro (Rhododendron ferrugineum); entrambe specie tipicamente alpine qui all'estremo sud-orientale (ligure) della loro distribuzione. Tra le altre specie floristiche almeno degne di una citazione per la loro rarità, ci sono la Pinguicola (Pinguicola vulgaris), la Primula impolverata (Primula marginata), la Genzianella ligure (Gentiana ligustica), il Garofano pavonio (Dianthus pavonius) e il Garofano forcato (Dianthusfireatus), tutte specie del solo Piemonte e Liguria occidentale, nonché il Raponzolo con foglie di betonica (Phyteuma betonicifilium), endemismo della Liguria che giunge solo fino al savonese.
Faunisticamente è probabile che vi sopravviva, almeno nelle parti più meridionali ed esposte alla riviera, la Lucertola ocellata (Timon lepiclus), una delle maggiori rarità zoologiche italiane, qui nel suo areale di maggiore diffusione, nonché la probabile presenza del non comune Geotritone di Strinati (Speleomantes strinati).
Interessante è anche la situazione geomorfologica, con diverse grotte e cavità, alcune anche di recente scoperta e di particolare valore, nonché pinnacoli e insolite formazioni geologiche.
Sentieri da percorrere solo se si è molto esperti
Qui la natura è lasciata allo stato selvaggio ed anche la sentieristica è spesso priva di manutenzione e di segnaletica e vi si possono incontrare situazioni anche di rischio fisico, in quanto in un'Area Wilderness prevale l'aspetto della solitudine, della scoperta e dell'avventura. Si consiglia pertanto di percorrerne i sentieri solo se si è molto esperti di montagna e tenendo conto che spesso la telefonia cellulare è priva di campo. Il Comune e l'Associazione Italiana per la Wilderness declinano quindi ogni responsabilità per eventuali incidenti che dovessero verificarsi a chi, per propria libera scelta, decide di intraprendere l'escursione, consigliando magari un itinerario più breve e meno impegnativo nonché prossimo alle strade e centri abitati.
Cio che è consentito all'interno di un'Area Wilderness
È consentita l'utilizzazione delle risorse naturali rinnovabili (usi civici, pascolo, caccia, raccolta di funghi e tartufi e frutti di bosco) nel rispetto delle leggi e normative in materia.
Cio che è vietato all'interno di un'Area Wilderness
È vietato l'accesso con mezzi motorizzati e meccanici (salvo per le strade e le piste agresti esistenti).