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Attualità | 08 luglio 2023, 10:40

Area Wilderness in Val Maremola, OSA: "Un regalo alla caccia, che è il passato morente; il futuro è nei parchi"

Le nuove aree tra Giustenice e Magliolo. "Cacciatori sempre più anziani e responsabili di mille problemi. Il motivo di queste scelte è agevolarli, eliminando la possibilità di realizzare un parco"

Area Wilderness Giustenice - Val Maremola - Magliolo

"Un regalo ai cacciatori, quindi una visione legata ad un passato morente: il futuro, invece, è nei parchi". Questa la posizione critica di associazioni ambientaliste sull'area "Wilderness" perimetrata sui territori di Giustenice e di Magliolo, e deliberata dalle rispettive amministrazioni comunali, che ricade nelle aree boschive intorno a Bric Agnellino, nel complesso del Monte Carmo. La stessa formula "Wilderness" fa rientrare il sito nell'obiettivo Bioitaly Natura sostenuto dall'UE, evitando la possibilità che un domani possa essere vincolato d’autorità come Parco Regionale. 

"Gli animalisti non hanno mai osteggiato la creazione di aree 'Wilderness', sopportando l’enfasi filo-caccia che anima le iniziative dell’omonima associazione, in cambio di una qualche maggior tutela di territorio, anche se non estesa alla fauna selvatica di interesse venatorio che, se fosse invece anch’essa protetta, farebbe diventare la zona davvero wilderness", è la premessa dell'Osservatorio Savonese Animalista (OSA), che spiega: "Non fanno eccezione le zone deliberate dai Comuni di Giustenice e Magliolo, anche se il motivo principale è quello di cercare di evitare che cadano in un futuro parco nazionale". 

"Siamo convinti - proseguono dall'OSA - che il futuro stia comunque nei parchi, che, ormai è provato, favoriscono un turismo consapevole ed un’economia circolare e che fanno crescere economicamente ed arricchiscono culturalmente le comunità locali". 

"La caccia - sottolinea l'Osservatorio Savonese Animalista - è invece il passato, con i praticanti sempre più anziani e sempre di meno, e diretti responsabili di mille problemi, ambientali e sociali: dal presunto esubero di cinghiali predisponente alla diffusione dell’epidemia di peste suina, alla scomparsa della fauna stanziale originaria, al diffuso inquinamento da piombo, alle decine di persone morte o ferite per incidenti di caccia".

Redazione

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