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Attualità | 06 luglio 2023, 09:10

Liceo Calasanzio e Istituto di Studi Liguri insieme per un progetto pilota: rivelate tracce del dialetto valbormidese in Sicilia

Intere comunità della Val Bormida sarebbero emigrate poco dopo l'anno Mille

Liceo Calasanzio e Istituto di Studi Liguri insieme per un progetto pilota: rivelate tracce del dialetto valbormidese in Sicilia

 

La globalizzazione sembra travolgere l'identità delle piccole comunità  come un tornado che cancella distinzioni e peculiarità legate a secolari contesti storico-culturali. La memoria storica di una comunità  era un oggetto fragile, che si conservava attraverso la trasmissione delle fonti orali e la condivisione tra le generazioni che si susseguivano nel tempo; lo strumento cardine di questa trasmissione era il dialetto. Attraverso il dialetto si potevano identificare le località di provenienza, era il maggiore elemento identificativo di comunità che oggi sono ancora legate ad esso come al solo e ultimo brandello di identità, inesorabilmente destinata all’estinzione.

La scomparsa del dialetto sarebbe una delle perdite più gravi per il patrimonio culturale di una comunità, paragonabile alla perdita di un monumento o di un'opera d'arte di pregio; purtroppo la fascia di parlanti dialettali è sempre più fragile ed a rischio e nelle fasce giovani ne va scomparendo quasi del tutto la traccia. 

La conservazione di questa particolare traccia identitaria è stata tentata in vari modi, non sempre riusciti: c'è chi ha tentato anche di insegnarlo a scuola e chi ne ha registrato il suono e le voci; questa è stata la scelta fatta dal Liceo San Giuseppe Calasanzio di Carcare, assieme all'Istituto Internazionale Studi Liguri – Sezione Valbormida, che hanno impegnato gli studenti in un lavoro di intervista e registrazione vocale dei dialetti valbormidesi.

Si tratta di una scelta che permette inoltre di riconnettere le fasce giovani delle nostre comunità con quella fascia fragile ed ormai minoritaria che, oltre a possedere la padronanza del dialetto, possiede anche la memoria storica di eventi e di situazioni che hanno comunque segnato il cammino delle nostre comunità.

Ma il lavoro degli studenti del Calasanzio, dei docenti che li hanno seguiti, in particolare la professoressa Simonassi e dei ricercatori della Sezione Valbormida è andato molto oltre l'orizzonte locale, creando un Progetto pilota che ha trovato nel passato una traccia importante, significativa del tutto dimenticata e pressochè sconosciuta.

Infatti, attraverso contatti e ricerche, è emersa la migrazione di intere comunità valbormidesi in Sicilia, poco dopo l'anno Mille. In quel periodo gli scontri tra le popolazioni normanne e quelle arabe spopolarono intere aree del territorio siculo, in particolare quelle di Francavilla, Roccella Valdemone, Santa Domenica Vittoria, Bronte e tante altre comunità della Sicilia interna e centrale, dove scesero ad insediarsi i “Lombardi” (come vennero identificati all'epoca) provenienti da un'area che spazia tra Mombaruzzo all'estremità di levante, a Vicoforte e Cortemilia all'interno ed a Calizzano sull'estremo lato di ponente.

Questi “lombardi” (che oggi riconosceremmo come valbormidesi o bassopiemontesi) scesero in massa nel sec. XI e XII a ripopolare quelle terre disastrate dalle guerre  lasciando la loro traccia attraverso l'unico strumento identitario che possedevano: il dialetto che, pur affrontando un cammino di secoli, ha conservato la memoria delle origini.

Lo studio di questo particolare dialetto, tecnicamente definito “Galloitalico” è stato effettuato dal professore Salvatore Trovato, già Ordinario di Linguistica Generale dell'Università di Catania ed oggi membro del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani, i cui studi hanno permesso di identificare ben duecento parole comuni al contesto siculo ed all'area valbormidese vista prima. 

Grazie al lavoro di raccordo svolto dalla Sezione Valbormida, il liceo San Giuseppe Calasanzio si è posto come promotore di un progetto che coinvolge, per ora, altri due licei, il classico Majorana-Cascino di Piazza Armerina (EN) e il classico Moscati di Grottaglie (TA); il legame con Piazza Armerina è dovuto alla comune matrice dialettale, ma il progetto non si limita soltanto allo studio della lingua, si è evoluto, comprendendo tradizioni, cultura tradizionale, cucina, musica, artigianato …

Piazza Armerina è ricca di monumenti storici, Grottaglie ha una grande tradizione di produzione di ceramica; ma la cosa più importante  è il contatto che i nostri studenti hanno potuto stabilire con i ragazzi delle altre due scuole. A tale scopo sono stati già effettuati due incontri on-line tra gli studenti di Carcare (primo, secondo e quarto anno), Grottaglie e Piazza Armerina. Per ora i ragazzi hanno visto e conosciuto la realtà geografica delle altre due scuole, e si sono scambiati qualche notizia sull’economia e la storia, ma a settembre, appena iniziata la scuola, sono previsti altri e numerosi incontri (per ora online, in un futuro chissà, forse in presenza), per approfondire la conoscenza reciproca e per lavorare insieme a questa ricerca sulle nostre radici.

Dal punto di vista didattico è un’occasione importante di approfondire tematiche legate alla cultura e alla storia del nostro territorio e, contemporaneamente, potersi confrontare con altri studenti che seguono lo stesso percorso. I docenti delle altre scuole si sono rivelati persone capaci e collaborative, piene di entusiasmo per questa nuova avventura che speriamo continui e si possa allargare ad altre scuole italiane.

 

Comunicato stampa

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