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Sanità | 03 luglio 2023, 16:50

Sanità, sette le deroghe chieste per gli ospedali del Savonese. A ottobre la pronuncia del ministero della Salute

Per il punto di primo intervento di Albenga chiesta l'apertura 24ore su 24, mentre resterebbero le due maternità di San Paolo e Santa Corona

Sanità, sette le deroghe chieste per gli ospedali del Savonese. A ottobre la pronuncia del ministero della Salute

Al San Paolo Malattie infettive, reparto che nel periodo del Covid ha avuto un ruolo cruciale nella lotta alla pandemia, la Nefrologia e il reparto di Dermatologia. Al Santa Corona la Medicina nucleare e l'Emodinamica. All'ospedale di Albenga il Centro di malattie infettive per le infezioni sulla protesica e il Punto di primo intervento aperto 24 ore su 24 e al San Giuseppe di Cairo. Sono le deroghe che la Regione ha chiesto al ministero della Salute per i quattro ospedali del Savonese.

La pronuncia del Ministero è prevista per ottobre e deciderà il futuro di questi reparti, in deroga ai limiti e ai paletti posti dalla legge Balduzzi. Infatti sono reparti che rischiano di essere ridimensionati o trasformati, perché non rispettano i decreti ministeriali sul numero di specialità previste in relazione al numero di abitanti della provincia e quindi considerati doppioni. Per l'Emodinamica, ad esempio, la legge Balduzzi nel prevede una per una popolazione di 600 mila abitanti. Il territorio della provincia, che rientra sotto l'Asl2, ha 280 mila abitanti e due Edmodinamiche, una al San Paolo e una al Santa Corona. Stesso numero di abitanti previsto per la Dermatologia, presene sia a Savona che a Pietra.

Resterebbero invece due i punti nascita, uno al San Paolo e il secondo al santa Corona, ora chiuso. La cosa dovrebbe solo essere resa ufficiale, ma il problema sarà trovare i ginecologi e pediatri che permettano di fare funzionare due reparti. La trattativa di Alisa e Regione con il Ministero che si aprirà nei prossimi giorni sarà difficile e impegnativa, considerato che le deroghe richieste per l'intera regione sono 44. Qualcosa potrebbe essere sacrificato e il rigetto anche di soltanto una deroga avrebbe ricadute pesanti sull'intero servizio sanitario.

Elena Romanato

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