Anche in Corso Italia, il salotto buono della città, il commercio è in sofferenza e le saracinesche abbassate si fanno notare sempre di più.
Solo fino a pochi anni fa era impensabile che in questo tratto di via ci fossero delle vetrine spente o che dei locali restassero sfitti per mesi o anni.
Nel tratto centrale e più frequentato, quello tra corso Mazzini e l'incrocio con via Paleocapa, sono sette le attività commerciali chiuse. Alcune, come la galleria d'arte o la farmacia San Paolo si sono trasferite, ma nessun nuovo imprenditore si è fatto avanti per rilevare locali per insediarvi una nuova attività, mentre il bar tabacchi all'angolo con via Garassino ha tagliato l'attività di bar proseguendo quella di vendita tabacchi.
L'ultimo a chiudere è stato il negozio di abbigliamento Angella (il motivo sarebbe il pensionamento della titolare) dopo un'altra clamorosa chiusura, quella del caffè Splendid. Tra i problemi, oltre alla crisi che dopo il covid si è fatta più pesante, le tasse e imposte, una voce che incide parecchio sulle attività commerciali sono gli affitti.
“Il Comune recentemente ha deliberato per una riduzione del 17% degli affitti dei locali di sua proprietà - spiega Laura Chiara Filippi presidente di Ascom – una decisione che va incontro al commercio e che ci auguriamo possano seguire anche i proprietari degli altri locali perché molto sono di privati. Una nostra proposta sarebbe quella di fare un canone ridotto per il primo periodo di avvio dell'attività, per incoraggiare nuovi imprenditori. I canoni di locazione sono la voce che più pesa per il commercio e va anche considerato che con un negozio chiuso viene a mancare un presidio sul territorio e c'è decadenza”.