Attualità - 24 giugno 2023, 09:00

Abbattimento cinghiali per contenere la peste suina, l'Osa: "Rischia di diventare un 'depopolamento' ripopolante"

"La scienza ha definitivamente dimostrato che la caccia non riduce il numero degli animali ma ne fa esplodere la fertilità, ristabilendo presto la situazione precedente e rendendo inutile la strage di animali"

"Rischia di diventare un 'depopolamento' ripopolante quello che inizierà domenica prossima in Liguria, con l’utilizzo di centinaia di cacciatori e cani, organizzato contro i cinghiali dal commissario alla PSA Caputo e dal vicepresidente regionale Piana che, con questo azzardo, si giocano la carriera, rispettivamente manageriale e politica".

A dirlo è l'Osservatorio Savonese Animalista (OSA) che "ricorda infatti che la scienza ha definitivamente dimostrato che la caccia non riduce il numero degli animali ma ne fa esplodere la fertilità, ristabilendo presto la situazione precedente e rendendo inutile la strage di animali, selvatici ma comunque sensibili e sociali come, e forse di più, dei cani che vengono loro scatenati contro" continuano.

"Anche se il commissario ha previsto alcune cautele – convergenza dei cacciatori dall’esterno verso il centro delle zone infette, caccia in 'girata' ed utilizzo di non più di tre cani, disinfezioni di attrezzi, mezzi e vestiti – è inevitabile che i cinghiali sentano a distanza i cani ed odano le esplosioni da lontano e si diano alla fuga nei boschi, incrementando i contatti tra di loro e, nei casi di soggetti malati, diffondendo la peste suina in territori rimasti finora scarsamente o totalmente infetti" proseguono.

"OSA continua a ripetere che la presenza ed il completamento della recinzione nell’area infetta (rossa), trasformandola praticamente in un’isola faunistica, avrebbe potuto costituire un’occasione unica per studiare e provare la distribuzione di vaccini immunocontraccettivi della famiglia GonaConTM, che azzerano le nascite di nuovi soggetti da 3 a 5 anni; il metodo non provoca fughe di animali, li lega maggiormente al territorio perché anche lo scarso cibo vegetale dei boschi diviene sufficiente con meno animali che, è probabile, non ne andranno a cercare negli abitati, riduce o elimina i danni alle coltivazioni ed annulla infine le reazioni delle femmine perché non hanno piccoli da difendere" concludono.

Comunicato Stampa