Continuano a spronare i cittadini e, soprattutto, banche, associazioni, supermercati, imprenditori e professionisti a donare per l’acquisto di un ecocardiografo da lasciare in dotazione all’ospedale Santa Maria di Misericordia, anche se c’è delusione e amarezza nelle parole di Gino Rapa, portavoce dei Fieui di Caruggi, e Dino Ardoino, presidente della Croce Bianca di Albenga.
“La risposta è deludente. Sul conto corrente ci sono poco più di 13mila euro, circa 7mila dal Premio Fionda e CorriAMO la Fionda, altri contributi da associazioni quali La Vecchia Albenga, Tra le Torri e qualche privato”, affermano gli instancabili DIno Ardoino e Gino Rapa. Quasi inesistente la partecipazione da parte dei membri dei i consigli comunali del distretto sociosanitario, della Provincia e della Regione, opportunamente sensibilizzati dal sindaco di Albenga Riccardo Tomatis in seguito a una mozione votata unanimemente. “Si contano sulle dita di una mano”, puntualizzano Ardoino e Rapa.
“I versamenti erano stati promessi da parte di associazioni e club di Albenga – spiegano -. Avevano assicurato il loro impegno in questa raccolta già per lo scorso Natale. Non hanno mai versato nulla”.
Notevolmente sconfortati, ma non rassegnati, Rapa e Ardoino proseguono nel loro impegno che asseconda una necessità “vitale” per i cittadini di Albenga e di tutto il vasto comprensorio. La necessità dell’ecocardiografo era stata infatti manifestata direttamente dal dottor Shahram Moshiri, primario di cardiologia, che aveva spiegato al consigliere Gerolamo Calleri che tale strumento potrebbe contribuire a ridurre le liste di attesa ed evitare trasferimenti, a volte problematici, per i pazienti del comprensorio ingauno. Per questo importante progetto, volto esclusivamente al bene dei cittadini, non si erano fatte distinzioni di appartenenza politica. Messe da parte le bandiere e i simboli di partito, Calleri della minoranza e il sindaco Tomatis avevano abbracciato il progetto promuovendo insieme la raccolta fondi, lo scorso ottobre.
“Spiace vedere che ad Albenga ci siano tante associazioni, tanti gruppi che dovrebbero lavorare nell'interesse della città e invece non osano, e sottolineo osano – la fiondata di Rapa -. Probabilmente prendere posizione può disturbare qualche potente. È un po’ demoralizzante per chi si impegna nelle battaglie”.
Albenga è una città ricca di banche, di supermercati, di centri commerciali, di attività di ogni genere ma, a parte un punto vendita della gdo che ha manifestato interessamento nei confronti della necessità dell’ecocardiografo, nessuno sembra rompere il silenzio. La solidarietà arriva quasi esclusivamente da parte dei cittadini comuni, ognuno secondo le proprie possibilità, magari rinunciando a qualcosa.
“Mancano gli imprenditori, gli impresari, i grossi professionisti, quelli che insomma hanno la possibilità di curarsi privatamente – proseguono Rapa e Ardoino -. Ma fare una cosa dell'interesse della città serve proprio a tutti. Ognuno dovrebbe sentirlo proprio come un dovere, soprattutto ora che l'unico ecocardiografo che c'era a disposizione ad Albenga si è rotto e non è più funzionante; quindi, neanche quello su quello si può contare”.
Due facce di una stessa Albenga: da una parte le persone che si lamentano costantemente, soprattutto sui social, ma dall’altra la mancata partecipazione a un progetto così importante per la collettività. “È davvero sconfortante e fa anche venire voglia a chi si sta impegnando, a chi ci mette tempo, impegno, fatica, che si fa anche delle inimicizie, di ‘tirare i remi in barca’. Se proseguiamo è solo perché ci crediamo e per il bene della collettività non vogliamo lasciare nulla di intentato”, concludono Rapa e Ardoino.
Per chi volesse contribuire, le coordinate bancarie sono cambiate. Le nuove sono:
IT15I 05034 49251 0000 0000 8668, conto intestato a “Un ecocardiografo per l'ospedale di Albenga”.